In una sola mattinata, le Centrali Operative delle Compagnie Carabinieri di Policoro e Pisticci hanno ricevuto circa 12 segnalazioni da cittadini che, anche a seguito della capillare campagna d’informazione portata avanti dai Carabinieri, riferivano di aver ricevuto poco prima una telefonata da un uomo che, spacciandosi talvolta per Carabiniere, talaltra per avvocato e ricorrendo a vari espedienti, tentava di raggirare la potenziale vittima di turno cercando di convincerla a raccogliere denaro o preziosi custoditi in casa da consegnare, di lì a poco, a un complice che, nelle simulate vesti di collega e/o assistente del legale, si sarebbe presentato a casa della vittima.
Il copione, purtroppo, è sempre molto simile, e vede i truffatori costruire intorno alle vittime una “trama” fatta di artifizi e raggiri finalizzati a convincerle a consegnare soldi o gioielli.
Tra gli stratagemmi più utilizzati in questo odioso fenomeno ricorre quello in cui i truffatori contattano la vittima presentandosi come appartenenti alle Forze dell’Ordine o avvocati, e comunicano che un parente del malcapitato è stato fermato (o arrestato) perché ha causato un sinistro stradale con lesioni gravissime ai danni di un altro soggetto, e per “rimettere in libertà” il parente serve una cauzione sotto forma di denaro ma anche gioielli.
La vittima, a questo punto, presa dal panico, si adopera raccogliendo tutto ciò che ha in casa, con il solo pensiero di liberare il proprio caro.
È bene ribadirlo ancora una volta: nell’ordinamento italiano non esiste l’istituto della cauzione, e un soggetto fermato o arrestato può essere liberato solo disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Altro elemento da tener presente, poi, è quello che i Carabinieri e le altre Forze di Polizia non chiedono mai pagamenti di alcun tipo, tantomeno al telefono o presso il domicilio.
Le numerose segnalazioni, comunque, sono un segnale incoraggiante: gli incontri sul territorio, i consigli utili, e le massicce campagne comunicative volte a prevenire il fenomeno (tra cui quella recente di Lino Banfi) stanno dando i propri frutti, facendo crescere nella cittadinanza una sempre maggiore consapevolezza circa il fenomeno che, con attenzione, prudenza e sinergia, può essere arginato in maniera significativa.
Queste segnalazioni si sono mostrate fondamentali in alcuni recenti casi, in cui sia a Matera che in alcuni comuni della provincia, i Carabinieri sono riusciti a sorprendere in flagranza i malfattori recuperando la refurtiva.
Già da tempo l’Arma dei Carabinieri a livello nazionale ha assunto efficaci iniziative a tutela dei soggetti vulnerabili, tra cui gli anziani, soprattutto in relazione alle truffe: un fenomeno sempre più diffuso e attuale, che prende di mira le persone fragili, lasciando in loro segni indelebili. Oltre al danno economico e al trauma psicologico dell’invasione del proprio spazio domestico, le vittime subiscono, infatti, anche il senso di colpa di essere state raggirate. I truffatori approfittano proprio della sensibilità emotiva e della fragilità fisica degli anziani per conquistarne la fiducia, con i metodi più disparati.
In questo contesto, attualmente l’Arma sta portando avanti una campagna di comunicazione diretta alla parte della popolazione maggiormente colpita da questo tipo di reati, allo scopo di rafforzare la prevenzione e accrescere la funzione di rassicurazione sociale. Il testimonial della campagna è il celebre attore Lino Banfi, il quale, per la profonda stima che nutre nei confronti dell’Istituzione e per la sua particolare sensibilità rispetto ai temi della legalità, si è mostrato fin da subito disponibile, con la grande generosità che lo caratterizza, a ricoprire questo ruolo così importante.
La scelta del “Nonno d’Italia” è stata ispirata dall’esigenza e dal desiderio di avvicinarsi ancora di più agli anziani, con l’intento principale di trasmettere in modo diretto ed efficace consigli utili a tutelarsi dai raggiri. Per questo l’attore ha subito aderito all’invito dell’Arma dei Carabinieri.
Nello spot, diffuso sulle piattaforme social dell’Arma e sui media, Lino Banfi e il Comandante di Stazione del quartiere in cui vive mettono in guardia gli spettatori dalle truffe.
Nel corso di un dialogo con il “suo” Comandante di Stazione, Banfi, con l’inconfondibile stile che lo contraddistingue, racconta di alcuni suoi conoscenti che hanno subito truffe, per poi lasciare la scena al Maresciallo dell’Arma che esorta il pubblico a prestare massima attenzione e a rivolgersi con fiducia ai Carabinieri chiamando il 112. Lo spot invita anche a consultare il sito www.carabinieri.it, in cui sono illustrate le principali tipologie di truffe e come riconoscerle. Le tecniche adottate dai truffatori, infatti, per quanto subdole e fantasiose, hanno schemi ricorrenti: individuarli è il primo passo per difendersi.
Oltre a questa iniziativa, è stata realizzata una locandina affissa in tutte le caserme, nelle parrocchie e nei luoghi di ritrovo degli anziani, nonché un opuscolo pieghevole da distribuire ai cittadini. In maniera chiara e semplice, vi sono indicati i consigli per evitare di rimanere vittima delle truffe tra i quali: attenzione ad aprire la porta agli sconosciuti, diffidare dalle apparenze, limitare la confidenza su internet.
Protagoniste assolute della missione di rassicurazione sociale dell’Arma sono le Stazioni Carabinieri, che vivono le comunità, rappresentando punti di riferimento sempre presenti e affidabili.
Ed è per questo che i Comandanti di Stazione:
- svolgono incontri formativi in luoghi di culto, presso sedi comunali e strutture assistenziali/ricreative per anziani, con distribuzione di opuscoli informativi;
- mantengono contatti con i direttori di istituti di credito e degli uffici postali, per condividere informazioni su casi sospetti;
- sviluppano collaborazioni con gli organi di informazione e istituzioni locali per sensibilizzare l’opinione pubblica.
potrebbe interessarti anche
Pasti biancazzurri, l’iniziativa solidale dei tifosi del Matera
Mesagne: 65enne condannato per detenzione di materiale pedopornografico
Droga in auto ad Andria, arrestati due 35enni
Brindisi: incendio in azienda vinicola. Indagini in corso
Pedopornografia, condanna definitiva: in carcere 65enne di Mesagne
Bari, sequestro da tre milioni a finto avvocato