Un grido risuona potente dal fondo dell’auditorium, tagliando l’aria durante il comizio di Giorgia Meloni: “Ci hai traditi!” È il mondo dei balneari, rappresentato da imprenditori e lavoratori con felpe rosse, che manifesta la propria delusione per la recente riforma del governo, che obbliga le concessioni a essere messe a gara entro giugno 2027.
Meloni si interrompe e cerca di rassicurare: “Ci vediamo dopo e ci parliamo”. A fine evento, infatti, la premier incontra una delegazione di questo settore tradizionalmente vicino al centrodestra ma in fermento da un anno, culminato con una serrata ad agosto. Tra i manifestanti, sigle come Fiba balneari Confesercenti, Assobalneari e Base Balneare.
Fabrizio Licordari di Assobalneari ha dichiarato: “La premier ha accettato di riceverci in modo più strutturato a Palazzo Chigi per discutere una strategia futura”. La richiesta è chiara: un provvedimento per congelare le gare già avviate prima della riforma. Meloni, pur senza impegni certi, ha promesso che valuterà questa opzione.
Intanto, le commissioni Finanze e Giustizia della Camera esamineranno presto gli emendamenti, che escludono circoli sportivi e attività no profit dalla direttiva Bolkestein. Ma scarseggia l’ottimismo sulla possibilità di estendere gli indennizzi, previsti solo per investimenti recenti o non ammortizzati. “Non basta”, avverte il deputato di FdI Riccardo Zucconi, invocando misure che tutelino realmente i concessionari uscenti.
Per i balneari, la delusione è palpabile. “C’è esasperazione”, ammette Licordari. E c’è ancora fiducia in Meloni? “Gliela abbiamo data in cabina elettorale e vogliamo continuare a dargliela, ma servono risultati”.
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