TARANTO- “Sono scelte che non risolvono di certo il problema, ma forniscono un primo segnale di attenzione, soprattutto verso il decongestionamento dei pronto soccorso, veri e propri imbuti verso gli inferi per gli svariati bisogni di salute del territorio” ha detto il segretario della Cgil di Taranto, Paolo Peluso, dopo l’incontro che si è svolto tra i vertici dell’Asl Taranto e le rappresentanze sindacali, alla luce della condizione di grave drammaticità che vive il settore sanità nella provincia ionica.
Non chiude nessun ospedale, così come non sarà depotenziato nessun punto di primo intervento, anzi, ma si chiede a tutto il sistema di dare una mano anche con il coinvolgimento dei medici di famiglia e delle strutture sanitarie private accreditate.
Manduria e Francavilla Fontana, rispettivamente ospedale di secondo e di primo livello, che potrebbero operare come un polo ospedaliero integrato. È una soluzione che prova a tamponare la carenza di medici e di personale ricorrendo nella messa a sistema di eccellenze dei rispettivi nosocomi.
Ma sbloccare le assunzioni e rivedere i tetti di spesa per il personale resta la stella cometa da seguire per Mimmo Sardelli della Fp Cgil di Taranto.
L’Asl ha preso consapevolezza e prova a porre rimedi – dice Sardelli – ma è chiaro che anche alla luce del Pnrr che non prevede neanche un centesimo sul capitolo personale, l’obiettivo è coinvolgere Asl, Regione Puglia e governo in una vertenza che invece proprio dalle persone sia in grado di ripartire. Le persone che lavorano nella sanità e le persone che alla sanità si rivolgono per ottenere risposte e servizi efficienti.
Così è proprio sull’imbuto dei pronto soccorso che si prova a rendere meno ostico. Per tale ragione il documento congiunto firmato da vertici Asl e rappresentanze sindacali, prevede anche l’utilizzo dei medici dei Ppi (Punti di primo intervento) di Grottaglie e Massafra, sulla linea dell’emergenza che intercetta il 118 e la realizzazione, nell’ex area Cup di via Bruno al Santissima Annunziata di una unità di pronto intervento assistenziale interamente dedicata ai codici bianchi e verdi che solitamente affollano in percentuale maggiore i pronto soccorso.
Previsto inoltre l’estensione delle fasce orarie di accettazione per ricoveri urgenti da pronto soccorso nelle strutture private accreditate e il potenziamento delle postazioni medicalizzate del Moscati per consulenze di cardiologia, radiologia, pneumologia e altre unità operative come le malattie infettive, l’ematologia o l’oncologia.
Richiesta alla Regione anche la deroga per la stabilizzazione dei medici che hanno già esperienza nei Pronto soccorso. Sono segnali di speranza – termina Sardelli- che rischiano però di funzionare come pannicelli caldi su una ferita purulenta che ha bisogno di interventi sul personale, strutturati e di lunga gittata. La buona sanità è fatta di persone per le persone.
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