BARLETTA – I legali di Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino ricorrono in appello. Non finisce con la sentenza di primo grado il processo per l’omicidio di Michele Cilli, il 24enne di Barletta scomparso nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2022. Il corpo del ragazzo non è mai stato ritrovato.
La condanna per i due imputati è arrivata lo scorso 30 marzo: 18 anni e 8 mesi per Sarcina, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere, 5 anni e 8 mesi per Borraccino, su cui pende la sola soppressione di cadavere. Renato Borzone e Francesco Di Marzio, difensori del primo, e Nicola Mastropasqua e Ruggiero Vitobello, legali del secondo, hanno scelto di ricorrere in appello al termine dei 90 giorni dalla sentenza emessa presso il Tribunale di Trani dal GUP Ivan Barlafante. La battaglia legale era già stata annunciata dagli avvocati a conclusione dell’udienza, in attesa delle motivazioni arrivate poi nei giorni successivi.
La difesa, infatti, resta convinta dell’estraneità degli imputati. Le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso il percorso della Golf nera incriminata, secondo i legali, non chiarirebbero l’effettiva presenza di Cilli all’interno della vettura, così come il mancato ritrovamento del corpo viene inteso come un’assenza di prove. La tanica di benzina riempita da Borraccino, invece, è ritenuta insufficiente per un’efficace soppressione di un cadavere. La famiglia del 24enne scomparso, che si è costituita parte civile, sarà rappresentata ancora dall’avvocato Michele Cocchiarole.
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