BARI – È arriva per la prima volta in tribunale al seguito dei suoi legali, Gaetano e Luca Castellaneta, Maria Carmen Lorusso, l’ex consigliera comunale di Bari ai domiciliari dallo scorso 26 febbraio nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice interno’ per scambio elettorale politico-mafioso.
Secondo la Dda che ha coordinato l’inchiesta che successivamente ha portato in Comune una commissione d’accesso per indagare su possibili infiltrazioni mafiose nella macchina comunale, l’elezione di Lorusso al consiglio comunale di Bari nel 2019 sarebbe stata favorita grazie ai voti dei clan Parisi-Palermiti, Strisciuglio e Montani, raccolti dal marito Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale arrestato lo stesso giorno, e da allora in carcere. Eletta con il centrodestra nelle liste del candidato sindaco Pasquale di Rella, la ex consigliera passò subito tra le fila di Sud al Centro, compagine della maggioranza di Antonio Decaro e il cui riferimento era Sandro Cataldo, marito dell’ex assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia travolti in un’altra inchiesta per corruzione elettorale.
Lorusso è a processo con rito ordinario insieme al padre Vito, oncologo già in carcere per altre vicende, e altri 13 imputati, tra cui Massimo Parisi, fratello del boss Savino del quartiere Japigia. Olivieri, invece, è a processo in abbreviato con altri 108 imputati, tra cui lo stesso Savino Parisi e il boss Eugenio Palermiti. Nell’udienza – che Lorusso avrebbe seguito dal primo banco – sono stati acquisiti sette verbali di due collaboratori di giustizia (Domenico Milella e Domenico Lavermicocca) e i verbali di due ispettori della polizia giudiziaria. La prossima udienza si terrà il 30 ottobre.
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