Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Primo report vittime abusi: In Italia 418 preti pedofili

Primo report vittime abusi: In Italia 418 preti pedofili

Il primo Report dei sopravvissuti agli abusi sessuali del clero italiano, presentato nella mattinata di mercoledì 1° febbraio dall’Osservatorio Permanente della Rete L’Abuso e dall’associazione internazionale Eca Global (Ending Clergy Abuse), censisce in Italia 418 preti pedofili, divisi in 88 anonimi, 166 denunciati e 164 condannati.

“Il presente report è stato prodotto con i dati pervenuti all’Associazione Rete L’Abuso ed è da considerarsi in difetto alla reale portata del fenomeno – si legge -. L’arco temporale di riferimento è di circa 13 anni; le segnalazioni contenute nel documento sono raccolte direttamente dalle denunce delle presunte vittime; i dati si riferiscono unicamente a sacerdoti e non comprendono l’indotto (catechisti, educatori, animatori e laici in generale); tutti i casi conteggiati sono riconducibili unicamente ad abusi sessuali a danno di minori”.

Inoltre, il report “non ha l’obiettivo di fornire dei numeri, ma insieme a questi fornire in assenza di dati governativi un quadro di consapevolezza più ampio, spiegando perché il problema endemico dei sacerdoti pedofili, in Italia sia particolarmente allarmante rispetto agli altri paesi, non solo nell’area dell’Unione Europea”.

Nel quadro suddiviso per regioni ecclesiastiche, il numero dei casi di preti pedofili, sempre sommando anonimi, denunciati e condannati, vede al primo posto la Lombardia con 69 casi, seguita dal Veneto con 40, dalla Sicilia con 39, dal Piemonte con 37 e dalla Campania con 34. A seguire, Lazio (29 casi), Puglia e Toscana (25 ciascuna), Liguria (23), Calabria (21), Emilia Romagna (19), Sardegna (12), Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria (8 ciascuna), Marche (7), Abruzzo (6), Molise (4), Basilicata e Città del Vaticano (2).

L’Associazione rileva “davvero un basso livello di indagini anche solo preventive. Quasi sistematicamente casi dove solo uno dei minori abusati denuncia fatti che l’Autorità Giudiziaria poi conferma, se pur ci si trovi alla presenza di più minori, questa non procede con indagini nei confronti delle altre potenziali vittime, anche per un eventuale soccorso. Nella sostanza raramente procede d’ufficio”.

L’elenco dei casi è diviso per “quelli arrivati al terzo grado di giudizio, quindi con condanna definitiva”; “quelli denunciati o con procedimento in corso per il 1/o e il 2/o grado, compresi quei procedimenti archiviati per l’intervento dei termini prescrittivi, rimasti per forza indiscussi sotto il profilo penale, che come sappiamo non ne prescrive la potenziale pericolosità”; quelli “completamente anonimi in quanto prescritti e le presunte vittime hanno scelto di non procedere sotto il profilo pubblico, tuttavia come detto sopra, potenzialmente pericolosi”. In una conferenza stampa online, Francesco Zanardi della Rete.

L’Abuso ha spiegato che il report, “con l’aggiunta di nomi e cognomi, sarà inviato alle autorità nazionali come la Procura generale della Repubblica, il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri e la Polizia, e una volta rielaborato e ampliato anche alle Nazioni Unite e, sotto forma di petizione, all’Unione Europea”. (ANSA)

About Author