“Conte è una banderuola. Lascia le primarie, ma non lascia la poltrona”, scrive in una nota Matteo Renzi, leader di Iv in merito alla volontà di Giuseppe Conte di annullare le primarie del centrosinistra a Bari.
“Se Conte ritiene che a seguito degli ultimi arresti a Bari non ci siano più le condizioni per celebrare le primarie, allora dovrebbe agire con coerenza e spingere i consiglieri del M5S a uscire dalla maggioranza in Regione. Se ciò che è emerso è così grave da compromettere il regolare svolgimento delle primarie, come può condividere una responsabilità di governo? Per coerenza, sarebbe il minimo”, dichiarano Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia, consiglieri regionali pugliesi di Forza Italia.
“Evocano moralità, ma restano nella giunta Emiliano. Le ultime notizie ci dicono che il Movimento 5stelle non parteciperà alle primarie del Pd per individuare il candidato sindaco di Bari, al grido di trasparenza e onestà e dando lezioni di moralità. Peccato però che il movimento guidato da Giuseppe Conte faccia parte in Regione della maggioranza che sostiene la giunta Emiliano, la stessa dal cui si è dimessa oggi Maurodinoia, coinvolta nell’indagine sulla compravendita dei voti. I grillini, sino a oggi, conniventi del “sistema Emiliano”, non prendono alcuna distanza dallo stesso, limitandosi a conclamare una netta distanza dallo scandalo sul voto di scambio in occasione delle competizioni elettorali. A parte la forte ilarità per l’evidente scelta di convenienza, ci chiediamo sino a quando questa immorale commedia degli inganni tra PD e 5Stelle continuerà ad ammorbarci”, dice Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
“La scelta di Conte di uscire dalle primarie è gravissima. La città di Bari e i baresi non lo meritano. E neppure il Pd che in decenni di duro lavoro ha dimostrato nei fatti di essere dalla parte della legalità e della politica che non si piega al malaffare e alle mafie. Conte non pensi di darci patenti di legalità. Lo diciamo alla destra: il Pd e il csx vinceranno di nuovo le elezioni a Bari. Lo dobbiamo a tutti coloro che in questi anni hanno lavorato per la città e per il bene comune”, afferma Debora Serracchiani, responsabile giustizia segreteria nazionale Pd.
“Conte va a Bari e prende le distanze dallo scandalo sul voto di scambio. Non dice una parola però sul vero fatto politico: il Movimento 5 Stelle, a differenza di Italia Viva, fa parte della maggioranza di Michele Emiliano. I grillini sono parte integrante del “sistema Emiliano”, noi no. La domanda che faccio a Conte è semplice: anziché lasciare le primarie di Bari, perché non lascia la giunta Emiliano?”, scrive sui social Maria Elena Boschi di Iv.
“La primavera pugliese nasce dalla primarie, dalla partecipazione popolare, dalla voglia di riscatto di una terra che non ha mai voluto che i propri destini fossero decisi a Roma o da capi partito che pensano di decidere per tutti. Anche quando il destino sembrava segnato dal ceto politico, i pugliesi hanno sovvertito i pronostici e fatto la scelta giusta. Bisogna fidarsi della propria gente. Che sconforto vedere un partito nato sul principio dell'”uno vale uno” a uno che decide per tutti. Noi crediamo in un’altra politica. L’etica e la moralità in politica non si coltivano specchiandosi tra i divani di Montecitorio in solitudine, ma con la propria gente. Noi lì rimaniamo, con la Puglia che non vuole tornare indietro, con la Bari della legalità e del cambiamento. Il nostro partito e soprattutto la nostra segretaria che lo rappresenta non ha da nascondere un passato o scelte politiche poco attinenti all’etica e alla moralità, ha una biografia specchiata nella lotta per la legalità. Metterlo in dubbio per i propri tornaconti elettorali è miserevole”, dice Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche della segreteria nazionale del Pd.
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