Sono 27 i rinvii a giudizio che la Procura della repubblica di Potenza, ha chiesto in merito ai presunti maltrattamenti che sono avvenuti sugli ospiti – o come li definitiva l’ex procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, i detenuti – del Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio a circa 90 chilometri dal capoluogo di regione lucano.
Un periodo quello al vaglio degli inquirenti che va dal 2018 al 2022, lasso di tempo durante il quale si sarebbe ro verificate diverse condotte poste in essere da diversi soggetti, tra i vecchi gestori della struttura, ma ancora medici, avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine.
Sono diversi i reati ipotizzati che vanno dall’induzione indebita a dare o promettere utilità, alla concussione, alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, ma ancora rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, frode nelle pubbliche forniture, maltrattamenti, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative.
Durante l’udienza preliminare, come da rito, sono state presentate le prime costituzioni di parte civile, sulle quali il Gip, Lucio Setola si esprimerà circa l’ammissibilità. Tra queste spicca dal ministero dell’Interno per il tramite dell’Avvocatura dello Stato, e ancora anche alcuni dei giovani trattenuti all’epoca dei fatti hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile per il risarcimento del danno, così come diverse associazioni.
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