POTENZA – La Direzione Investigativa Antimafia, ha avviato un decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Potenza – Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Vincenzo Di Muro di Melfi, da tempo residente in Emilia Romagna, su cui gravano condanne definitive anche per associazione per delinquere di tipo mafioso, nei confronti del quale il Tribunale di Potenza aveva già decretato l’applicazione della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni nel comune di residenza, ritenendo la sussistenza di indizi circa la pericolosità, anche attuale, del soggetto.
La Corte d’ Appello di Potenza ha disposto il sequestro, per un valore di circa un milione di euro, di beni immobili e di saldi attivi, nella disponibilità dell’uomo e dei suoi familiari.
La decisione, va precisato, non è ancora definitiva in quanto suscettibile di essere impugnata con ricorso per Cassazione – ha ritenuto la sussistenza di una rilevante sproporzione tra i beni individuati nella disponibilità del Di Muro e dei suoi familiari ed i redditi da questi dichiarati, così come posta in evidenza dalla ricostruzione finanziaria e contabile operata dagli investigatori della Dia, che, dunque, ha trovato precisa e puntuale conferma nel provvedimento ablatorio oggetto di esecuzione, nei termini evidenziati.
Tale rilevante risultato, si inserisce nel contesto delle attività istituzionali svolte da questa DDA e dalla Direzione Investigativa Antimafia, finalizzate al contrasto patrimoniale alle attività criminose (contrasto che si rivela decisivo nel ridurre gli spazi operativi delle attività illecite, al pari delle attività ) e, quindi, ad aggredire rilevanti ed ingiustificate consistenze economiche, ritenute riconducibili, direttamente o indirettamente, ad attività illecite poste in essere da soggetti ritenuti socialmente pericolosi.
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