Che l’Irccs Crob viva uno stato di profonda crisi è un dato incontrovertibile sotto gli occhi di tutti, tranne probabilmente per il governo regionale,che continua a non voler vedere i rischi che sta correndo l’unico Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico della Basilicata, sordo al grido di allarme che gli operatori della struttura lanciano da tempo.
L’istituto, acefalo per le dimissioni formalizzate a maggio 2022 dal direttore sanitario Luigi Mandia, del direttore generale e del direttore scientifico, ha alla sua guida un commissario straordinario, Sabrina Pulvirenti, che ha mantenuto anche l’incarico di direttore generale dell’Asm. Una scelta che il governo regionale motivò per rispondere, come la stessa delibera di nomina riporta, all’eco mediatica dell’assenza di direzione dell’istituto.
Una scelta contestata sin da subito dalle Organizzazioni sindacali che, a distanza di 9 mesi, non possono che confermare tutti i dubbi e le perplessità che sollevava la discutibile decisione. Dopo innumerevoli richieste di convocazione, è stata indetta per il 19 luglio la delegazione trattante sia per il comparto che per la dirigenza; all’incontro, tuttavia, non solo non era presente la commissaria Pulvirenti, ma la stessa non si è neppure collegata da remoto.
Un incontro farsa, esecrabile, che non solo ha riverberi sui lavoratori e sui loro diritti contrattuali, ma si riversa sull’utenza del centro di riferimento oncologico della Basilicata, che per anni è stato un importante attrattore di mobilità attiva e oggi ha perso qualsivoglia attrattività.
L’Istituto si sta spogliando sempre più di personale, soprattutto della dirigenza medica, che lascia per accettare incarichi in altre aziende del servizio sanitario regionale ed extraregionale; anche sul fronte del personale del comparto la situazione non è delle migliori, con importanti carenze di personale.
La Regione ha forse pensato di trovare risposte in un piano sanitario regionale presentato come il libro dei sogni ma nei fatti utile solamente a depotenziare ulteriormente il Crob? Intende farlo con l’incremento a 124 posti letto dagli attuali 104 per acuti (ex DGBR 1201 del 7/11/2017) più 8 per l’hospice (ex DGRB 658/2022)? Intende farlo con la diminuzione di 4 posti letto per la chirurgia oncologica e la scomparsa dei posti per urologia e ginecologia? Intende farlo con una riduzione delle unità operative complesse da 17 a 6 e di unità operative semplici da 23 a 9, più una unità operativa dipartimentale?
Riduzione incompatibile con lo sbandierato potenziamento del Crob, che diverrà ancora meno attrattivo per professionisti ormai rari come i medici, corteggiati da tutte le strutture pubbliche del paese e anche dal privato. Non possiamo tralasciare che il numero di strutture complesse e posti letto sarebbe derogabile in quanto i parametri possono essere articolati su scala regionale anche in funzione del ruolo e della rilevanza di alta specializzazione o ricerca traslazionale dell’istituto.
Proprio sul tema del riordino e rilancio abbiamo inviato una richiesta di audizione in IV commissione consiliare, al fine di poter dare il nostro contributo sul piano di potenziamento predisposto dall’Agenas e sul quale ad oggi non è stato esperito alcun confronto con le Organizzazioni sindacali. Per di più ci viene segnalato che potrebbe essere approvato un nuovo atto aziendale entro la fine di luglio.
L’atto aziendale, strumento che disegna l’organizzazione e le articolazioni di un governo delle aziende sanitarie, può essere messo in atto da un commissario straordinario che, oltre ad aver varcato la soglia della struttura una manciata di volte, a breve dovrebbe essere sostituito con la nomina del direttore generale?
Lo stesso giorno del lancio stampa del mirabolante piano di rilancio, è stata annunciata l’ennesima riapertura dei termini dell’avviso per direttore generale, fortemente contestata anch’essa in presenza di una rosa; avviso dal quale ci aspettiamo l’immediata nomina del direttore generale, sollecitando al contempo la nomina del direttore scientifico da parte del Ministero.
Non c’è più tempo da perdere, per preservare i diritti lesi dei dipendenti del Crob e salvaguardare il diritto alla salute dei lucani.
Per questa ragione, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl proclamano lo stato di agitazione del personale del comparto, della ricerca sanitaria e della dirigenza medica, sanitaria, tecnica e professionale dell’Irccs Crob e chiedono al prefetto di attivare le preliminari procedure di conciliazione e raffreddamento previste dalla norma per la proclamazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali.
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