Nelle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza e condotte dai Carabinieri della Stazione di Rionero in Vulture (PZ), è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali degli arresti domiciliari, disposte dal GIP di Potenza, nei confronti di due persone, Montrone Davide di Andria (BT) e D’Introno Felice Alessandro di Barletta (BT), ritenute responsabili in concorso di furto in abitazione aggravato, fenomeno che per la sua diffusione e per il trauma che in concreto arreca alle parti offese, desta particolare allarme sociale in Basilicata.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia di un’anziana cittadina rionerese che, nella mattina dello scorso primo febbraio, si era rivolta alla locale Caserma dei Carabinieri, riferendo che, alle precedenti ore 11:00, due persone si erano recate presso la sua abitazione presentandosi come operatori del servizio Enel energia, rappresentando che erano stati inviati dall’azienda per effettuare la sostituzione del contatore dell’energia elettrica. La donna, ritenendo che si trattasse effettivamente di dipendenti della citata società, anche perché erano muniti di cartelline e dei relativi tesserini di riconoscimento, si recava, unitamente ad uno dei due, in un’altra stanza per recuperare, come le era stato richiesto, una bolletta, lasciando così l’altro uomo da solo nel corridoio d’ingresso. Subito dopo che i due sedicenti tecnici si erano allontanati dall’abitazione, si accorgeva che la cerniera della sua borsa, che era appoggiata su di un tavolino posto proprio nell’ingresso, era stata aperta e, insospettitasi, ne controllava il contenuto scoprendo l’ammanco dei 117,00 euro che vi erano contenuti.
Le successive indagini consentivano di accertare che due agenti di una azienda che si occupa di proporre contratti commerciali per conto di società distributrici di energia elettrica, proprio quella mattina, avevano operato all’interno della zona di Rionero in Vulture. Gli stessi venivano, poi, riconosciuti, sia dalla vittima che da un suo vicino casa, all’esito della visione di alcune foto ritraenti diversi individui che venivano all’uopo mostrate, acquisendosi così un quadro indiziario ritenuto grave dal Giudice.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, vale il principio di “presunzione di innocenza” degli indagati fino a condanna definitiva.
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