Dopo aver avviato lo stato di agitazione lo scorso 28 agosto e seguito tutte le fasi previste dalla Legge 146/90, inclusa la fallita conciliazione del 3 ottobre presso la Prefettura di Taranto, UGL Mare ribadisce la sua opposizione alle decisioni unilaterali di Rimorchiatori Napoletani Srl. Alessandro Calabrese, segretario generale di UGL Taranto, denuncia: “Le nostre ragioni sono gravi. Da due anni tentiamo di dialogare con l’azienda, ma ogni tentativo è stato ignorato”.
Le preoccupazioni maggiori riguardano sicurezza e condizioni di lavoro. “Il nuovo piano di turnazione non è stato condiviso con i sindacati e impone turni di 12 ore consecutive per più giorni, trasformando lo straordinario in un obbligo sistematico”, ha aggiunto Calabrese, sottolineando come le ore di lavoro mensili supererebbero ampiamente quelle previste dal contratto, con grave rischio per la salute dei lavoratori.
Inoltre, l’azienda prevede una pausa pranzo di due ore durante il turno, riducendo il servizio di rimorchio da 24 a 20 ore giornaliere, senza retribuire i lavoratori per il tempo in cui restano a bordo. “Questo compromette la sicurezza e la continuità operativa del porto”, ha avvertito il sindacalista.
UGL Mare ha chiesto l’intervento urgente delle autorità portuali, sottolineando le violazioni degli accordi firmati nel 2013 e 2018, e il mancato rispetto di diritti fondamentali come il congedo parentale e i permessi della Legge 104/92. “Serve un’azione immediata per fermare questa gestione che mette a rischio non solo i lavoratori, ma anche le operazioni nel Porto di Taranto”, ha concluso Calabrese.
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