La decisione di Porsche di rinunciare all’espansione del Nardò Technical Center continua a far discutere. Tra i primi a commentare lo stop definitivo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Cristian Casili, che sottolinea come il ritiro del progetto sia legato principalmente al contesto di incertezza che attraversa il settore automobilistico.
“Nessuno ha mai assunto posizioni pregiudiziali – ha dichiarato Casili – ma insieme alle associazioni del territorio avevamo proposto soluzioni alternative che, da quanto ci risulta, erano anche al vaglio della stessa Porsche. Proposte che avrebbero evitato il sacrificio di 200 ettari di bosco e macchia mediterranea in un’area SIC, a fronte di compensazioni ritenute fin da subito irrealistiche e prive di fondamento”.
Il consigliere ha anche ricordato di aver chiesto più volte un confronto istituzionale con la Regione Puglia, i Comuni di Nardò e Porto Cesareo e le associazioni locali, confronto che però, a suo dire, non si è mai realizzato per l’assenza della Regione. “Avevamo suggerito di realizzare gli interventi nelle aree prive di vegetazione all’interno dell’anello dell’NTC, evitando così di toccare il bosco e le zone esterne”, ha precisato.
Casili ha poi criticato l’argomentazione che giustificava il progetto con opere di presunto interesse pubblico, come un servizio di elisoccorso per emergenze in una zona difficile da raggiungere. “Si è persa l’occasione di trovare un equilibrio tra interessi pubblici e privati. Un dialogo con il territorio avrebbe evitato un accordo calato dall’alto e contenente interventi fortemente impattanti”.
Il consigliere conclude ribadendo l’importanza della scelta compiuta: “Resta la certezza di aver salvaguardato per le future generazioni un patrimonio boschivo di inestimabile valore, troppo spesso sottovalutato anche sotto il profilo economico ed ecosistemico”.
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