Finisce all’attenzione del Cda Rai la quarta edizione del Forum in Masseria organizzato da Bruno Vespa, con la premier Meloni e otto ministri tra gli ospiti, che si è conclusa oggi, domenica 11 giugno, a Manduria.
I consiglieri di amministrazione Francesca Bria e Riccardo Laganà scrivono ai vertici dell’azienda: nel mirino la possibilità che la copertura informativa dell’evento, con l’ampio risalto mediatico, si configuri “come pubblicità occulta a favore dell’attività imprenditoriale del collaboratore” Vespa e che la registrazione del programma Cinque Minuti all’interno della proprietà privata del giornalista e conduttore “pregiudichi la reputazione e la credibilità del servizio pubblico che, anche attraverso i propri giornalisti e collaboratori, dovrebbe sempre assumere un atteggiamento di indipendenza e terzietà rispetto a soggetti politici e imprenditoriali”.
La questione potrebbe approdare sul tavolo del prossimo consiglio di amministrazione, convocato per martedì 13 giugno. A sollevare il caso era stato il presidente della Federazione nazionale della stampa, Vittorio di Trapani: “Valuteremo un esposto all’Antitrust”, aveva annunciato, definendo l’appuntamento in masseria “un maxi spot a una iniziativa imprenditoriale dell’artista Vespa. Né possiamo tacere che si tratta di una ulteriore dimostrazione di sudditanza al governo: da ‘terza camera’ a ‘resort del governo’. Del resto, i dati dell’Osservatorio di Pavia relativi ai tg sono impressionanti. Siamo certi che siano già all’attenzione dell’AgCom”.
“Siamo alla quarta edizione del Forum in masseria – aveva replicato Bruno Vespa -. Quando, per le prime edizioni, abbiamo ospitato i ministri del governo Draghi nessuna obiezione. Appena è arrivato al governo il centrodestra, ci scopriamo asserviti. Come mai?”.
”Vespa fa finta di non capire: non ho posto la questione del suo asservimento, ma quella del maxi spot per la sua masseria. E su questo infatti non risponde”, controreplica il presidente Fnsi. Quanto all’essere asserviti, per di Trapani “Vespa ha la coerenza di esserlo sempre stato, sin da quando dichiarava che il suo editore di riferimento era la Dc”.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’esecutivo Usigrai, sollecitando una presa di posizione ai vertici dell’azienda: “Vorremmo sapere se e perché è stato consentito che un programma di approfondimento andasse in onda dalla masseria di famiglia del collaboratore che la conduce. Chi ha consentito che nei servizi dei tg finisse in primo piano il marchio di detta masseria” e “perché codici etici, regolamenti di disciplina, iter autorizzativi vigenti in azienda per tutti, dipendenti e collaboratori, non hanno suggerito di trovare soluzioni che evitassero di intrecciare il lavoro di un collaboratore e gli interessi commerciali della sua famiglia”.
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