Il miliardo di euro del Pnrr che era destinato al progetto del preridotto (Dri) per lo stabilimento ex Ilva di Taranto viene dirottato sui Fondi di sviluppo e coesione. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, nel suo intervento in audizione alla Commissione Ambiente della Camera. “Io per primo – ha spiegato – ho chiesto lo spostamento” perché “non c’è la certezza di riuscire a spendere tutto, in una realtà complicata, entro il 2026, ma dove c’è l’impegno a farlo”. Il ministro ha aggiunto che si tratta di una “operazione sull’idrogeno particolarmente complicata e rilevante”.
Il progetto sul preridotto, inserito nel piano decennale di decarbonizzazione dello stabilimento, nelle scorse settimane ha fatto litigare l’Ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, e Franco Bernabè, che ha il duplice ruolo di presidente di DRI d’Italia e presidente di Acciaierie d’Italia Holding.
La manager modenese scrisse una lettera di fuoco indirizzata proprio a DRI d’Italia, la società appositamente costituita per studiare la fattibilità di impianti di produzione di Direct Reduced Iron (preridotto), e ai commissari di Ilva in As, evidenziando “criticità tecniche, economiche e legali più volte evidenziate dalla nostra società”.
Morselli aggiunse che Acciaierie d’Italia si era “ripetutamente permessa di ricordare che la realizzazione e la successiva gestione tecnicamente efficace ed economicamente efficiente dell’impianto Drp richiedono il diretto coinvolgimento del gestore dello stabilimento, che è il solo ad avere l’esperienza e le conoscenze tecniche ed operative necessarie alla corretta definizione ed organizzazione del progetto”.
L’obiettivo di Dri Italia è quello di realizzare due impianti per il preridotto. Di questi, uno a beneficio dello stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia e l’altro, invece, per i privati da mettere a disposizione degli altri stabilimenti siderurgici italiani. Il tutto per una produzione complessiva di 5 milioni di tonnellate (2,5 ciascuno) e per un importo di lavori stimato in 1 miliardo di euro ciascuno. Mentre si discute dei tempi e delle risorse della decarbonizzazione, i sindacati sollecitano l’anticipo del passaggio in maggioranza dello Stato tramite invitalia (partner pubblico di ArcelorMittal) e parlano di una fabbrica allo sbando, con produzione che non raggiungerà gli obiettivi dichiarati, e denunciano la mancanza di manutenzioni, l’assenza di un piano industriale, il ricorso sistematico alla cassa integrazione, la crisi dell’appalto e la mancanza di prospettive per i lavoratori rimasti alle dipendenze di Ilva in As.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un post su Fb ha criticato le scelte del governo sull’ex Ilva, ricordando che “solo 5 mesi fa aveva dettato le linee guida per la decarbonizzazione di Taranto” e “invece il ministro Fitto sta cambiando le carte in tavola senza coinvolgere il parlamento e i territori interessati”. Ora, ha chiosato il governatore pugliese, “un miliardo di euro del Pnrr destinato all’Ilva è stato spazzato via e non se ne conosce il motivo”. Poi ha aggiunto che il governo è “vicino alla privata Mittal” e che l’esecutivo “dovrebbe chiedere scusa alle mamme, ai papà e ai bambini di Taranto”. (ANSA)
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