Francavilla Fontana, pistola a tamburo ed erba in casa: lascia il carcere 54enne

FRANCAVILLA FONTANA – Lascia il carcere di Brindisi per tornare nella sua abitazione in regime di domiciliari il 54enne di Francavilla Fontana arrestato perché trovato in possesso di una pistola a tamburo smontata e un sacchetto di “erba” legale.

L’arresto

Sorpreso in casa con una pistola a tamburo smontata e 180 grammi di erba, poi rivelatasi priva di principio drogante, era finito in carcere a poche ore dall’autopsia eseguita sulla salma di Paolo Stasi. Nella giornata di martedì, all’esito dell’udienza, il Tribunale del Riesame di Lecce ha concesso i domiciliari al 54enne incensurato di Francavilla Fontana arrestato, una decina di giorni fa, dai carabinieri della locale compagnia. I giudici, accogliendo parzialmente l’istanza presentata dal legale Michele Fino, hanno annullato l’ordinanza emessa dal Gip per quanto riguarda l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, commutando, altresì, la misura cautelare in carcere con quella ai domiciliari in relazione all’imputazione legata alla detenzione dell’arma clandestina. Ovvero, una pistola a tamburo calibro 32, risposta in garage con alcune munizioni di calibro diverso.

Sembra droga, ma non è

Insomma, per l’indagato si chiude, probabilmente in maniera definitiva, la questione legata alla droga che, appunto, droga non ora. Lo avevano stabilito i test tossicologici: c’era una quantità minima di THC, nei limiti previsti dalla legge, in quella canapa indiana legale custodita all’interno di un sacchetto in plastica. Resta aperta la faccenda legata alla pistola, un vecchio revolver Smith & Wesson smontato e riposto in una custodia. L’indagato, sin dal primo momento, ha spiegato come l’arma fosse un vecchio cimelio di famiglia, dimenticato in garage chissà da quanto tempo e, a suo dire, incapace di sparare. Una tesi chiamata a superare la prova degli esami eseguiti dai Ris, cui l’arma, con matricola abrasa, era stata inviata. Come da prassi. Non vi sono comunque elementi investigativi né tantomeno giudiziari che ricolleghino il ritrovamento della rivoltella con l’omicidio di via Occhi Bianchi, nonostante i due episodi fossero stati giornalisticamente affiancati.

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