Ci sono storie, rapporti, destinati a persistere nel corso del tempo, anche dopo la loro naturale conclusione. Da favola il Picerno è ormai divenuta una solidissima realtà, una metamorfosi compiuta su tutti i fronti, tecnici, strutturali e societari, ma in gran parte dovuta anche ad una figura dall’apporto determinante, in tutto e per tutto. Grazie ad Emilio Longo una piccola comunità, da sempre all’ombra del capoluogo lucano, ha preso coscienza di poter anche fare le cose in grande. La seconda lettera dell’alfabeto, che sembrava inimmaginabile, per due stagioni è stata più volte accostata al piccolo-grande Picerno di Longo. Le notti da capolista, vittorie di lusso, l’aria di alta classifica con il conseguente cambio di etichetta, da matricola, ad outsider fino a certezza del sempre tosto Girone C. Due sesti posti che forse non raccontano del tutto il grande Picerno di Emilio Longo, esempio di organizzazione tattica e valorizzazione di giovani talenti oggi affermati nel panorama nazionale, la pagina più bella del mezzo secolo di storia rossoblù.
Le lacrime post eliminazione playoff contro il Potenza non verranno mai dimenticate, a testimonianza di un legame indissolubile. E proprio domenica sera, alle 20:45, la piccola comunità lucana riaccoglierà il suo mentore, pochi mesi dopo l’addio di chi sentiva di aver dato tutto in cerca di nuovi stimoli. Longo è ripartito da un Crotone che, a fari spenti, o meglio, a fari bassi, ha senza dubbio intenzione di recitare un ruolo da protagonista. In vesti calabresi ritroverà un Picerno per certi versi ancora suo, ma sotto la guida di quel Francesco Tomei che in sole quattro gare ha saputo zittire gli scettici consentendo alla leonessa di ruggire ad un calendario sulla carta insidiosissimo. Passaggio di testimone, quello da Longo a Tomei, che si consumerà definitivamente domenica al “Curcio”, in una sfida che, scherzi del destino, sa già di vero e proprio scontro diretto d’alta classifica.
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