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Erchie, peculato in concorso: chiesta condanna per il sindaco

ERCHIE – Insieme ad altri ex colleghi, dovrà difendersi dall’accusa di peculato in concorso. Il pubblico ministero della Procura di Taranto ha chiesto una condanna in abbreviato per il sindaco di Erchie Pasquale Nicolì, per ipotesi di reato che, ad ogni modo, nulla hanno a che vedere con l’incarico politico e amministrativo ricoperto. I “guai” di Nicolì, per accuse come sempre tutte da dimostrare, sono legate alla sua professione, ovvero direttore dell’Area Gestione personale della Asl di Taranto.  Nicolì è in pensione da qualche mese, ma la vicenda è legata a fatti relativi agli anni tra il 2013 e il 2016, per altro, dice la difesa cittadino, denunciati all’epoca dallo stesso sindaco di Erchie.

La tesi dell’accusa

All’origine del procedimento vi sono state presunte elargizioni indebite in favore dell’associazione “Misericordia”.  Secondo le tesi dell’accusa, all’associazione,  che si occupa si assistenza socio-sanitaria e gestisce postazioni di emergenza in convenzione anche nella provincia di Taranto, sarebbero stati riconosciuti contributi per intero sul carburante consumato, invece che il quinto previsto dalla direttiva Regionale.  Così, l’Asl di Taranto avrebbe liquidato più di 340mila euro non dovuti nella gestione del servizio 118 tra il 2013 e il 2016.  Oltre a primo cittadino del piccolo comune brindisino, sono al vaglio della magistratura le posizioni di altri 6 imputati, funzionari Asl e legale rappresentante della citata associazione.  Per coloro che hanno scelto l’abbreviato, il pm ha chiesto la condanna a due anni e mezzo per concorso in peculato. L’udienza si terrà a maggio.

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