Operaio Arif morto a Ostuni: ‘Perché impiegare lavoratore vicino a pensione?’

Si interrogano Gigia Bucci, Segretaria Generale della CGIL Puglia, e Luigi Lonigro, Segretario Generale della FP CGIL Puglia

Sabato 20 luglio, un tragico incidente ha scosso le campagne di Ceglie Messapica, in Puglia. Un lavoratore dell’ARIF, impegnato nella bonifica e messa in sicurezza di una zona colpita da un incendio, ha perso la vita travolto dal tronco di un albero.

“Si continua a morire sul lavoro, morti che non possiamo accettare – dichiarano Gigia Bucci, Segretaria Generale della CGIL Puglia, e Luigi Lonigro, Segretario Generale della FP CGIL Puglia -.  Non è possibile che un lavoratore debba temere per la propria vita ogni giorno. Quest’anno stiamo assistendo a un incremento delle morti sul lavoro, segno che la sicurezza non riceve la giusta attenzione. Mario Rutiglio, lavoratore esperto prossimo alla pensione, non tornerà più a casa. Una tragedia per la sua famiglia e per i colleghi, a cui esprimiamo vicinanza e profondo cordoglio”.

Bucci e Lonigro insistono sulla necessità di interrogarsi ogni volta che un lavoratore perde la vita, chiedendosi se tutto il possibile è stato fatto per prevenire tali incidenti. La formazione sulla sicurezza deve essere una costante, e il Documento sulla Valutazione del Rischio deve essere aggiornato e attuato con diligenza.

“Per la particolarità degli interventi svolti dall’ARIF, la sicurezza dei lavoratori deve essere una priorità quotidiana. Ci chiediamo se fosse necessario impiegare un lavoratore prossimo alla pensione in un’attività così pericolosa. Chiediamo agli amministratori e ai responsabili della sicurezza dell’ARIF di adottare tutte le misure necessarie per evitare che tragedie come questa si ripetano, affinché la morte di Mario non sia stata vana”, concludono Bucci e Lonigro.

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