GRAVINA – Potrebbe non rispondere alla gip del Tribunale di Bari, Isabella Valenti, Giuseppe Lacarpia, il 65enne accusato di omicidio volontario della moglie, Maria Arcangela Turturo, avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Gravina in Puglia dopo una festa in famiglia. Nelle prossime ore si potrebbe tenere l’interrogatorio di garanzia che è saltato martedì: l’uomo è ricoverato al Policlinico dopo una caduta dal letto a castello della sua cella nella quale è rinchiuso da lunedì scorso.
La gip intanto ha effettuato l’udienza di convalida alla presenza di un avvocato d’ufficio, Domenico Mastrandrea, dopo che il legale di fiducia, Gioacchino Carone, ha rimesso il mandato per assistere i quattro figli della coppia. Questi ultimi vogliono andare fino in fondo e capire se il padre è davvero responsabile dell’omicidio, aggravato e premeditato, della mamma. Sul punto Lacarpia finora ha detto poco: ai poliziotti intervenuti sul luogo del delitto avrebbe detto di aver cercato di salvare la moglie facendole la respirazione bocca a bocca.
E slittano anche i funerali della 60enne a Gravina: dalla procura è stato chiesto un supplemento autoptico con valutazioni ortopediche per capire con esattezza i traumi ipoteticamente causati dall’assassino sul corpo della donna. Da qui si evincerà se le gambe di Maria Turturo fossero fratturate quando è morta e se la notte fra il 5 e il 6 ottobre abbia avuto la possibilità di uscire dall’auto in fiamme oppure sia stata aiutata da qualcuno. Il marito, infatti, ha sempre sostenuto la tesi dell’incidente. Intanto i primi esami autoptici hanno confermato la presenza di ustioni e di gravi traumi come causa del decesso della donna. L’uomo soffre di disturbi psichici, a causa dei quali era stato recentemente ricoverato. A inizio settembre era stato dichiarato incapace di stare in giudizio, nel corso di un processo per maltrattamenti di animali.
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