FOGGIA- Sono 98 in tutto gli anni inflitti ai quattro imputati del processo relativo all’omicidio di Francesco Traiano, titolare del bar tabaccheria Gocce di caffè: la sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Foggia.
Gli imputati maggiorenni implicati a vario titolo sono stati condannati rispettivamente a 30, 30, 28 e 10 anni, per una complessiva condanna di 98 anni di carcere. Inoltre, il minorenne, autore materiale dell’omicidio, era stato precedentemente condannato in sede di giudizio abbreviato dinanzi al gup del Tribunale per i minorenni di Bari ad una pena pari a 16 anni per omicidio volontario, rapina e furto dell’auto utilizzata per commettere il colpo.
Quanto alle posizioni dei maggiorenni, tre sono stati riconosciuti colpevoli di concorso in omicidio volontario e rapina, mentre il quarto, con una posizione più marginale, della sola rapina.
L’attività d’indagine del 2021 e l’arresto di cinque persone
Ripercorrendo le indagini espletate, in data 25 febbraio 2021, al termine delle serrate indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Foggia, nell’ambito di procedimenti penali coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bari, è stata data esecuzione a due provvedimenti applicativi di misure cautelari personali di tipo restrittivo nei confronti di 5 persone, una delle quali minorenne, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento personale, implicate nell’evento delittuoso avvenuto in data 17 settembre 2020 presso il bar – tabaccheria “Gocce di Caffè”, nella cui occasione, uno dei rapinatori, armato di coltello, ha cagionato la morte del proprietario, Francesco Paolo Traiano.
Le indagini, avviate a seguito dell’evento delittuoso, sono risultate sin da subito complesse ma gli investigatori della Squadra Mobile, coordinanti dalla Procura della Repubblica di Foggia, tassello dopo tassello come in una sorta di mosaico investigativo sono riusciti, partendo dalle sole immagini dei sistemi di videosorveglianza, a ricostruire tutte le fasi dell’evento delittuoso. Le indagini si sono altresì svolte attraverso metodi tradizionali come appostamenti e pedinamenti anche notturni nonché l’utilizzo di sofisticati presidi tecnologici di tipo ambientale che hanno consentito di individuare i responsabili nonché di ricostruire gli specifici ruoli assunti dagli stessi tanto nelle fasi antecedenti e preparatorie la rapina quanto nelle fasi successive. Tale meticolosità ha altresì consentito di individuare un quinto complice che, sebbene non presente sul luogo teatro dei fatti, ha fornito un apporto significativo nella realizzazione dell’intero programma criminoso.
La rapina con omicidio del 17 settembre 2020
Ripercorrendo i fatti, in data 17 settembre 2020 alle 14.10 circa, tre persone, tutte travisate da passamontagna artigianale si sono introdotte all’interno dell’attività commerciale “Gocce di Caffè” al fine di compiere una rapina. Nelle drammatiche fasi dell’evento delittuoso, uno dei tre rapinatori, e più precisamente il minorenne, armato di coltello, al fine di impossessarsi dell’incasso ha sferrato all’indirizzo del titolare Francesco Traiano, che si trovava dietro il bancone, una serie di fendenti in direzione del volto, uno dei quali si sarebbe successivamente rivelato letale. Dopo aver inferto alla vittima ulteriori percosse e aver asportato il denaro contenuto nella cassa, i tre rapinatori sono fuggiti a bordo di un’autovettura guidata dal quarto complice.
I preliminari accertamenti espletati, mediante l’analitica acquisizione delle telecamere di video sorveglianza hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile la ricostruzione del percorso utilizzato dai rapinatori per la fuga, consentendo di accertare che negli istanti successivi alla rapina 2 dei quattro appartenenti al gruppo d’azione fossero scesi immediatamente dopo l’evento delittuoso, mentre i restanti due, giunti nelle campagne limitrofe del centro cittadino avessero abbandonato l’autovettura, per poi essere recuperati da un quinto soggetto.
Il furto di una Fiat Panda usata per il giorno della rapina
L’attività investigativa ha consentito di far luce anche sulle fasi antecedenti l’evento delittuoso. In particolare, è stato accertato che in data 16 settembre 2020, in via Radesca, è stata rubata una Fiat Punto vecchio modello poi usata il giorno successivo per l’esecuzione della rapina.
L’analisi delle banche dati, unitamente ai sevizi esterni e ai pedinamenti, ha permesso, in data 21 settembre 2020, di rintracciare i motorini utilizzati per il compimento del furto della vettura. La ricostruzione delle abitudini di vita dei primi sospettati ha consentito altresì l’installazione di presidi tecnologici di tipo telefonico e ambientale.
Fonti di prova: perquisizioni e utilizzo conversazioni
L’acquisizione delle fonti di prova è culminata in una serie di perquisizioni poste in essere in data 17 dicembre 2020 a carico degli odierni destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dall’autorità giudiziaria. In tale contesto operativo sono stati, altresì, sequestrati dispositivi cellulari in uso agli indagati dalla cui analisi forense sono stati estrapolati ulteriori file e conversazioni che hanno permesso di ricostruire le fasi preparatorie dell’azione criminosa, il successivo incendio dell’autovettura nella nottata tra il 17 e 18 settembre, a distanza di 12 ore dalla rapina, nelle campagne ove la stessa è stata abbandonata, nonché i futili motivi che hanno spinto il gruppo criminale a compiere l’azione delittuosa.
Per quattro degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per il quinto la misura degli arresti domiciliari. È doveroso rappresentare che gli odierni imputati, condannati in primo grado, sono considerati colpevoli solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza.
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