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Villa Castelli, omicidio sarta: un mazzo di fiori per la povera Giusy

VILLA CASTELLI – Sarà celebrato oggi pomeriggio nella chiesa di San Vincenzo de’ Paoli l’ultimo saluto a Giuseppina Fumarola, la sarta di Villa Castelli uccisa dall’ex compagno Vito Sussa, poi suicida. Sul luogo del delitto, vicino all’auto della donna, c’è ora un mazzo di fiori.

Omicidio sarta: il percorso del killer

La sua auto è ancora parcheggiata lì, in via Galilei. A terra, c’è un mazzo di fiori colorati che stride con il grigiore del cielo. Tutt’intorno, è silenzio: la sartoria, oggi, è chiusa.  Non aprirà. Per lutto, in segno di rispetto per la morte di Giuseppina Fumarola, la 48enne di Villa Castelli brutalmente uccisa da due colpi di fucile esplosi dall’ex compagno Vito Sussa, poi suicida nel garage dell’abitazione di via Volta.

Ed è proprio da questa strada, civico 8, che il piastrellista con la passione per le armi e per la caccia, si è mosso per mettere a segno il suo piano sanguinario. Sussa conosceva le abitudini di Giusy, sapeva che, come ogni santo giorno, la donna avrebbe parcheggiato l’auto in questo spiazzo, a pochi metri dalla camiceria.

Si è presumibilmente appostato dietro al muro di un’abitazione, ha atteso che la donna scendesse dal mezzo e ha sparato. Uno, due colpi. Che hanno raggiunto il petto della 48enne. Poi, la fuga. I soliti, pochi metri, per entrare nel garage e stringere quella corda, probabilmente già preparata  per sfuggire immediatamente alle sue responsabilità.

Omicidio sarta: oggi, l’ultimo saluto

Eppure, i destini di Giusy e Vito, di quella donna buona e del suo aguzzino, si incroceranno ancora una volta, per l’ultima volta nella Chiesa di San Vincenzo De Paoli per i funerali. Prima, quelli di Sussa, poi, quelli di Giuseppina. In paese erano in tanti a conoscerla. Come donna riservata, infaticabile lavoratrice. Come sarta, collega di una vita nell’azienda di via Galilei. Come collaboratrice domestica, pronta ad arrotondare per fronteggiare, come tutti, quelle spese quotidiane.

Non basteranno fiori e neppure lacrime, né tantomeno le bandiere a mezz’asta di palazzo di città, per rimediare a quel terribile omicidio. A quella orribile violenza che  Villa Castelli, nel giorno del dolore, nel giorno del lutto cittadino, è chiamata a rivivere. Ancora una volta, attraverso quei pochi metri di strada che separano il paradiso da un inferno senza fine.

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