BARI – Solo una reazione. Per questo avrebbe sfilato dalle tasche la sua arma e avrebbe sparato sei, forse sette colpi. Nessuna guerra tra giovani del clan ma vecchie ruggini mai appianate tra i rampolli delle famiglie mafiose del capoluogo. E le conseguenze di tutto questo si concretizzano in una vittima innocente.
Sono bastate meno di 24 ore ai carabinieri del reparto Operativo, coordinati dalla Dda di Bari, per chiudere il cerchio sull’assassinio di Antonella Lopez, la 19enne che sabato notte, sul dancefloor della discoteca Bahia Beach di Molfetta, si è trovata sulla linea di fuoco di quella pistola impugnata da Michele Lavopa che puntava verso Eugenio Palermini Jr, nuova leva del clan che porta il nome di suo nonno, egemone, insieme a quello dei Parisi, nel quartiere Japigia di Bari.
Ventuno anni l’assassino, 20 il mancato bersaglio e tra di loro un’acredine che si perde nella loro adolescenza – sei anni fa – per un video postato sui social in cui il primo viene pestato e umiliano dal secondo e dai suoi amici a Bari vecchia, vicino al Fortino. Pochi minuti per scatenare la tragedia: prima la rissa, poi gli spari. Lavopa poi, domenica pomeriggio, decide di confessare e racconta la sua verità. Ha spiegato di aver reagito, nel timore che il giovane Palermiti lo aggredisse a sua volta con un’arma di cui avrebbe mimato il possesso. È in carcere con le accuse di omicidio volontario, quattro tentati omicidi, detenzione e porto di arma da fuoco. Tutti reati aggravati secondo gli inquirenti dal metodo mafioso.
Oltre al 21enne del quartiere San Paolo in carcere, sale a tre il numero degli indagati: i suoi amici, i coetanei Giuseppe Fresa e Mario Ruta, e un 17enne, ora accusati di favoreggiamento. L’arma del delitto, una 7,65, è stata ritrovata, custodita proprio dal 17enne. Adesso sarà sottoposta alle indagini balistiche mentre nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Antonella Lopez, l’unica vittima innocente di questo sabato sera di follia.
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