BARI – “Glielo avevamo detto mille e mille volte di non frequentare certe persone ma lei trovava del buono in tutti e diceva che non è che perché uno è figlio o fratello a quello significa per forza qualcosa…”. A parlare di Antonella Lopez, la 19enne uccisa nella notte fra il 21 e il 22 settembre nella discoteca Bahia di Molfetta, è Francesca Maggi, nonna della ragazza e madre di suo zio, Ivan Lopez, assassinato sul lungomare di San Girolamo nel settembre del 2021, proprio durante il processo per l’omicidio del figlio, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bari. Per quell’episodio sono imputati Davide Lepore e Giovanni di Donna, che avrebbero sparato contro il 31enne per punirlo per alcune estorsioni fatte insieme al fratello Francesco (ora collaboratore di giustizia) nei confronti di Lepore, all’epoca gestore di due autorimesse. Quest’ultimo — per gli inquirenti – sarebbe vicino ai clan Capriati e Parisi-Palermiti. Francesco Lopez, invece, era vicino agli Strisciuglio.
È stata proprio la pm Bruna Manganelli in aula a chiedere alla signora Maggi se, negli anni successivi all’omicidio di Ivan, lei e la figlia Porzia rimproverassero Antonella perché frequentava persone vicine a quelle che avevano fatto del male al figlio. La 19enne, giovane barista, poco prima di quel 22 settembre aveva iniziato a frequentare Eugenio Palermiti, 20enne rampollo del clan di Japigia storicamente rivale degli Strisciuglio, di cui invece facevano parte due zii della ragazza. E quella sera Michele Lavopa, il 21enne in carcere da oltre un mese per l’omicidio della ragazza, avrebbe puntato a colpire proprio Palermiti, nei cui confronti serbava rancore da anni. I sei colpi da lui sparati avrebbero dovuto colpire il nipote del capoclan di Japigia, rimasto lievemente ferito, invece non lasciarono scampo alla 19enne.
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