BARI – È stato convalidato il fermo e disposta la custodia cautelare in carcere per Antonio Rizzi, il 42enne originario di Bitritto, che ha confessato il delitto di Franco Dogna, avvenuto a Bari Santo Spirito nella notte tra il 7 e l’8 gennaio scorsi. La decisione è stata presa dalla giudice Antonella Cafagna. La tesi difensiva punta sulla legittima difesa ma Rizzi, tossicodipendente e pregiudicato con procedimenti penali a carico per rapina e maltrattamenti, armi e mafia, è in carcere a Bari, dall’alba di mercoledì con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Avrebbe infierito sul corpo di Dogna con almeno due armi, un coltello e un forchettone da cucina a due punte, ferendolo 85 volte tra testa, collo, spalla e fianchi. Rizzi sarebbe poi morto per dissanguamento dopo alcuni minuti come rilevato dall’autopsia. Il delitto risale alla tarda serata del 7 gennaio, in casa di Dogna, al civico 10 di via Torino al quartiere Santo Spirito. Rizzi, nell’interrogatorio, ha detto che lui e la vittima si frequentavano per fumare crack o assumere cocaina. Nella sua versione, per il giudice non del tutto credibile, quella sera dopo aver già consumato stupefacente con Dogna, gli avrebbe chiesto altra droga, ma la vittima avrebbe rifiutato minacciandolo con un coltello. A quel punto, per difendersi, sostiene, l’avrebbe colpito fino a ucciderlo. Il fatto però che la casa fosse in totale disordine, secondo la giudice, fa pensare che invece Rizzi abbia cercato qualcosa per tutta la casa (probabilmente la droga) prima di uccidere il 63enne. Dogna e Rizzi si conoscevano da circa 10 anni, e la vittima avrebbe anche cercato di aiutare il 42enne a superare la tossicodipendenza.
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