Desidero ringraziare il presidente del Taranto Football Club, Massimo Giove, persona che stimo e per il quale provo affetto, per le sue recenti dichiarazioni, che danno all’Amministrazione comunale l’occasione per precisare talune questioni riferibili al progetto del nuovo stadio comunale ed a quelli che dovrebbero essere i corretti rapporti della pubblica amministrazione con le società sportive del territorio, di qualunque disciplina e categoria.
1) La società di calcio che lei guida è amatissima da tutti noi e siamo ben consapevoli dell’interesse che riveste per gran parte della collettività, tuttavia essa è pur sempre un soggetto privato e come tale è tenuta a seguire la legge, le scadenze e le regole degli ordinari processi amministrativi, senza tralasciare la capacità di vivere con rispetto la comunità. Una comunità composta da quasi 200 mila abitanti, che non sono solo appassionati di calcio, ma anche di altri sport e ambiti, come evidente.
2) Competente a occuparsi del quartiere Salinella è il Comune di Taranto, non una squadra di calcio, e lo fa, per fortuna, in maniera indipendente dalle classifiche stagionali. È il motivo per cui, anche attraverso la leva degli investimenti pubblici collegati alla XX edizione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, gli enti locali stanno programmando le opere di mitigazione del rischio idraulico nel quartiere, il rifacimento dello stadio di atletica e del pattinodromo, la predisposizione di un padiglione polivalente, il centro per la raccolta pneumatica dei rifiuti, la realizzazione di un parco naturalistico con laghetti di laminazione, il completamento del secondo lotto della tangenziale sud, l’esposizione di opere di street art e arte contemporanea, la riqualificazione dell’edilizia popolare, nonché ovviamente il progetto del nuovo stadio di calcio, con annesse aree fieristiche, commerciali, ricreative e ricettive, in un complesso combinato di sostenibilità e attrattività. Ovviamente, anche negli altri quartieri della città, con la medesima logica e come è per certi versi già visibile, sono in programma copiosi interventi di riqualificazione in vista della grande vetrina internazionale del 2026.
3) Dovrebbe essere a tutti noto, soprattutto agli addetti ai lavori, che una Amministrazione comunale non riceve fondi pubblici, di alcuna origine, sulla base di un capriccio o di una idea fantasiosa, ma è chiamata ad elaborare studi, statistiche e progetti molto accurati e in linea con i piani strategici, che scontano peraltro, in molti casi, ampi processi di partecipazione pubblica. E questo sarà proprio il caso del nuovo stadio Iacovone.
Se mai è esistita, dunque, l’epoca delle “cattedrali nel deserto”, senza un modello di gestione, essa a Taranto è tramontata da un pezzo. Ecco perché, specie al tempo dello streaming diffuso e a buon mercato, il nuovo stadio non può avere la stessa capienza che di consueto utilizzano i club della Uefa Champions League. Dopotutto, questa è la strada che stanno seguendo tutte le città italiane di media dimensione.
4) Una società sportiva che rivendica spirito di appartenenza dovrebbe, forse, provare a mettere i bisogni e le prospettive della propria comunità almeno allo stesso livello delle esigenze di bilancio o logistiche, per quanto importanti. Comprendiamo, naturalmente, il disagio di sostenere due stagioni a distanza di qualche decina di chilometri al di fuori delle tradizionali mura di casa, ma non ci spieghiamo davvero il rifiuto del Taranto Football Club, per quanto a noi noto, di collaborare al progetto di finanza del nuovo stadio comunale, beneficiando, altresì, di concrete misure economiche compensative. E ci lasciano basiti alcune affermazioni del presidente Giove sull’attuale impianto, che dimostrano la totale inconsapevolezza rispetto allo stato delle strutture, alla loro ormai datata logica costruttiva, alla difficoltà tecnica di ottenere le necessarie certificazioni. Proprio il presidente Giove, con il suo bagaglio di competenze tecniche, poi, non dovrebbe tacere il fatto, non irrilevante, che l’impianto in ogni caso ha bisogno di ruotare il campo di gara di alcuni gradi, per far rientrare le aree di irraggiamento solare nei nuovi standard Uefa 4, come anche il fatto che un cantiere per settori fa lievitare normalmente i costi e le tempistiche dal 30 al 40%: questi sì che sarebbero uno spreco e uno schiaffo alla città. Ed il tutto solo per evitare la celebrazione di alcune decine di partite in provincia.
5) Con riguardo al suo riferimento alle prerogative del sindaco, dobbiamo ringraziare ancora il presidente Giove per le parole che ci ha riservato qualche mese fa nella Sala Giunta di Palazzo di Città, quando rappresentava a nostro carico scenari inquietanti. È stato coerente. Ora, presidente, sia gentile, secondo lei, l’Amministrazione comunale che ha messo la schiena dritta contro l’ex Ilva, potrà mai farsi condizionare da anatemi di un club di Lega Pro? Avverrà mai che subordineremo gli interessi pubblici e della città ad obiettivi privati, ancorché comprensibili? Naturalmente, no. Noi riteniamo che, come sempre, i cittadini ed i tifosi saranno dalla parte della trasparenza e della verità, e tutti coloro i quali vorranno un confronto e chiarimenti sul progetto saranno soddisfatti dal Municipio, con disponibilità e amore sincero per i nostri colori.
6) Abbiamo, inoltre, letto con attenzione la sua descrizione sulla tenuta dei bilanci di una società sportiva e la prospettiva economica del Taranto Football Club. Le ricordiamo, allora, che la squadra gioca ancora nel vecchio stadio e che nessuno impedisce le sue attività commerciali (nemmeno quando, secondo noi inopportunamente, siano collegate ad industrie inquinanti), o la gestione della bigliettazione o ancora, più in generale, la programmazione della stagione. Ragion per cui, siamo fiduciosi che riuscirà, presto o tardi, ad onorare tutti i propri impegni, quelli pregressi e quelli attuali, nei confronti della pubblica amministrazione.
Circa le parole indirizzate ai potenziali investitori del progetto di finanza presentato al Comune di Taranto, infine, valuteranno loro se e come tutelare il proprio percorso amministrativo e la loro reputazione.
Noi ci limitiamo ad augurare, di vero cuore, al Taranto Football Club, dovunque voglia disputare in futuro i propri campionati, di arrivare presto e in salute ai migliori allori, facendo il tifo per una casa accogliente e remunerativa per i rossoblù, non auspicando, come troppo spesso accade, il fallimento delle ambizioni della nostra meravigliosa città.
Rinaldo Melucci
Sindaco di Taranto
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