Nicoletta Manni e il ballo, una passione sorta in tenera età: non aveva ancora tre anni e già si esibiva sul palcoscenico. La madre di Nicoletta è insegnante di danza e dirige una scuola a Copertino, in provincia di Lecce. Nicoletta è cresciuta a Santa Barbara, frazione di Galatina dove è nata nel 1991. “Guardavo le allieve di mia madre alla sbarra, le osservavo tendere e piegare la gamba, curvare il piede, ammiravo la loro schiena dritta e insieme flessuosa. E presi a imitarle”, racconta nel libro. “Ballare – scrive – è sempre stato il presente: un gesto quotidiano, naturale e necessario come rispondere all’istinto di bere o mangiare. Non ricordo una vita senza la danza, non esiste un prima”. “Ballare – confessa nel memoir – è il modo più naturale che conosco per esprimere ciò che provo: è così che elaboro le mie emozioni, sciolgo un nodo di dolore o celebro una gioia. Ogni volta che mi presento davanti al pubblico varco la soglia di un’altra dimensione, dove esiste soltanto la liturgia della danza: eseguire un passo dopo l’altro cesellando i dettagli, disegnando nell’aria immagini di una bellezza effimera e proprio per questo, a maggior ragione, vitale”. Il libro, corredato di immagini, ripercorre pubblico e privato: lei, piccolissima, a cavalcioni sulle spalle del padre, o ancora lei bambina sulla spiaggia di Rivabella, vicino Gallipoli, mentre dopo il bagno esegue una figura di danza; foto dietro le quinte, con Carla Fracci; Roberto Bolle; con il primo ballerino della Scala Timofej Andrijashenko, collega e marito di Nicoletta. Nicoletta Manni si è esibita in tutto il mondo e ha interpretato Clara, Tatjana, Odette, Giselle, Aurora, Manon, Kitri, Giulietta che considera tutte “facce di un prisma, ognuna di queste donne irradia un carattere della mia identità, e tutte insieme compongono una cosa sola”, scrive. Ogni capitolo è anticipato da una citazione sulla danza, tra cui questa frase di Roberto Bolle: “Non abbiate paura di lasciare che il vostro corpo sia libero di esprimere le vostre emozioni”.
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