Si è dimesso per le divergenze con il presidente della Figc Gabriele Gravina. Lo afferma l’oramai ex ct della Nazionale Roberto Mancini, intervistato dal Messaggero, La Repubblica e Libero.
“Non ho fatto niente per essere massacrato così. Mi sono solo dimesso e ho detto che è stata una mia scelta. Mica ho ucciso nessuno, ho solo esercitato un diritto alle dimissioni. Perché tanti attacchi così violenti sul piano personale? Non mi aspettavo certi giudizi morali. Le mie dimissioni non sono legate a un accordo già raggiunto”, ha detto Mancini.
“Ho cercato più volte di parlare con Gravina per esporgli le mie ragioni – aggiunge -. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e mi sono dimesso. Si è mai visto un presidente federale cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo. È da un po’ che pensava cose opposte alle mie, a quel punto doveva mandare via me”.
Le dimissioni non c’entrano con l’arrivo di Buffon. “Sapevo che il presidente Gravina avrebbe scelto Gianluigi ed era la soluzione giusta dopo l’addio di Vialli. Niente contro di lui”.
A chi lo accusa di aver tradito la Nazionale, replica: “Sono sempre stato corretto. Quando sono arrivato in azzurro ho rinunciato a opportunità più redditizie, ho fatto una scelta ed è stato il lavoro più importante della mia vita. Poi, ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre”.
Su un eventuale futuro in Arabia Saudita: “È indipendente da quello che potrà succedere in futuro e da dove andrò. Ora non voglio pensare a niente”.
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