Taranto – Un vero e proprio strike di cinghiali in località San Basilio, nell’agro di Mottola, ma al confine con il territorio di Castellaneta. Cinghiali presi in pieno accidentalmente da auto che, intorno alle 23,00 di venerdì 1 settembre, stavano percorrendo la provinciale 23.
È accaduto nei pressi del casello autostradale “Mottola-Castellaneta”, in un tratto di strada a scorrimento veloce: cinghiali adulti con cuccioli al seguito sono stati letteralmente abbattuti dai veicoli in transito durante un inaspettato attraversamento notturno. Fortunatamente nessun ferito ma tanta paura tra autisti e passeggeri, auto distrutte e carabinieri e veterinari della Asl a lavoro in piena notte. È toccato a questi ultimi, nel dettaglio, espletare tutte le procedure del caso e rimuovere le numerose carcasse dall’asfalto.
Il giorno seguente, a bocce ferme, è stata l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia a render nota la vicenda e a battere i pugni sul tavolo: «La situazione è sotto gli occhi di tutti e ciò che è accaduto poteva davvero trasformarsi in tragedia» ha dichiarato il presidente delle provincie di Taranto e Brindisi Pietro De Padova. «I cinghiali – ha aggiunto il presidente – hanno invaso i centri abitati, le strade e anche le spiagge. I danni all’agricoltura sono ormai incalcolabili e abbracciano ogni periodo dell’anno: danni alle colture, alle aziende del primo settore, passando per la distruzione delle recinzioni dei terreni agricoli di proprietà dei privati. Ormai questa è una situazione straordinaria che non può essere gestita con mezzi ordinari».
Un’emergenza che andrebbe gestita come emergenza, insomma, al pari di una pandemia. Ne è convinto anche Vito Rubino, il direttore dell’area Due Mari della Cia: «In Italia, purtroppo, siamo abituati ad intervenire solo quando ci scappa il morto» ha dichiarato.
«La questione, già difficilmente gestibile, si complica – ha aggiunto Rubino – per via dell’atteggiamento insensato di alcune associazioni animaliste. Dispiace dirlo, ma è gente che parla per partito preso e che sicuramente cambierebbe opinione se malauguratamente fosse coinvolta in prima persona in incidenti di questo tipo. Grazie anche alle tante sollecitazioni di Cia Agricoltori Italiani, sia a livello regionale che a livello governativo sono state avviate le procedure per il piano di monitoraggio e contenimento del cinghiale ma il lungo iter segue i tempi della burocrazia italiana. Noi, invece, riteniamo non ci sia più altro tempo da perdere: bisogna spingere sull’acceleratore e trasformare immediatamente le parole in fatti. Non dimentichiamoci che, solo pochi giorni fa, a Marina di Ginosa un ragazzo ha accidentalmente investito un cinghiale con il suo motorino ed ora, in un letto di ospedale, lotta tra la vita e la morte. Siamo stanchi di attendere e di ascoltare i punti di vista surreali di chi ha la “coscienza animalara” e sminuisce pericoli e conseguenze. Adesso basta – ha concluso Rubino – si metta fine subito a questa folle emergenza».
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