BARI – Fabiana Chiarappa potrebbe essere morta a causa del possibile schiacciamento del corpo da parte di un’auto.
Potrebbe essere questa l’ipotesi sulla quale starebbero lavorando gli inquirenti che indagano sulla morte della 32enne soccorritrice del 118, morta a seguito di un incidente stradale in moto il 2 aprile scorso sulla ss 172 tra Turi e Putignano, i cui contorni sono ancora tutti da definire.
Secondo primissime indiscrezioni provenienti dall’autopsia eseguita dal professor Davide Ferrorelli di Medicina Legale del Policlinico di Bari, sul corpo della giovane potrebbero esserci segni di schiacciamento. Ma la consulenza medico legale verrà depositata nei prossimi giorni.
Se così dovesse essere, si farebbe sempre più strada l’ipotesi che la ragazza sia stata colpita da un altro mezzo, presumibilmente dopo essere caduta dalla sua moto in corrispondenza di una curva. Al momento l’unico indagato resta il parroco della San Giovanni Battista di Turi, Nicola d’Onghia. Per lui l’accusa è di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’uomo, una volta appreso dell’incidente, si sarebbe presentato spontaneamente dai carabinieri spiegando di essersi fermato a controllare l’auto perché poco prima aveva sentito una pietra sotto le ruote della sua Fiat Bravo. Da un video di un’area di servizio, si vede il sacerdote che scende dal mezzo e lo controlla.
Ma anche questa dinamica, al momento, è tutta da chiarire. In fase di valutazione il coinvolgimento di una seconda vettura.
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