(Di Lorenzo Ruggieri) Dopo più di 300 gare da professionista, di cui molte vissute con la maglia del Monopoli, e una carriera in mezzo al campo in diverse piazze importanti del meridione e del centro Italia, Marco Piccinni dice basta.
Il centrocampista, 36 anni, ha annunciato ufficialmente l’addio al calcio giocato: “È stato un viaggio bellissimo, durato più di 16 anni. Il calcio mi ha accompagnato fin da quando ero un bambino insicuro e balbuziente, ora lascio da uomo. Devo tanto a questo sport. ma da tempo cerco percorsi paralleli, tanto da incoraggiare anche i compagni di squadra nello studio, al fine di affrontare gli ultimi anni di carriera con il sorriso sulle labbra e senza paura”.
”Vorrei ringraziare i presidenti Onofrio (Lopez, ndr) e Francesco (Rossiello, ndr), lo staff tecnico e i tifosi – aggiunge Piccinni -. Abbiamo condiviso tanto insieme e ora sarò uno di loro. Un omaggio particolare, però, va alla mia squadra e ai miei compagni. Nella partita più importante della stagione ho perso un pallone in mezzo al campo, negando speranze alla mia gente. Al rientro negli spogliatoi, però, ho trovato tanta riconoscenza ed è stato un momento meraviglioso. È stato un viaggio bellissimo, ma ora devo scendere alla mia fermata”.
Qualche giorno di riflessione, poi Piccinni inizierà a programmare il futuro: “Voglio prendermi una settimana di pausa, resettare i pensieri, soprattutto a livello emotivo. Attraverso lo studio, però, ho creato tanti percorsi che intendo intraprendere”.
Una carriera ricca di gioie e soddisfazioni, con qualche rimpianto: “Tra le esperienze positive ricordo la retrocessione con il Piacenza. Subimmo diversi punti di penalizzazione, ma la gente riconobbe il nostro impegno e al termine della stagione ci abbracciò. Impossibile, poi, dimenticare tutti i traguardi vissuti con la maglia del Monopoli. Sono arrivato qui con una società solida ma non con grandissime aspettative. Negli ultimi anni, invece, siamo riusciti a ottenere risultati importantissimi. Il rimpianto più grande resta la stagione 2019-2020, quando arrivammo terzi per via del Covid. È giunto il momento di appendere gli scarpini al chiodo, ho portato il mio corpo allo stremo, dopo l’ennesimo infortunio le mie figlie hanno pregato affinchè non mi facessi più male (ride, ndr)”.
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