“In risposta alle fantasiose notizie emerse dai vari comunicati stampa, che raccontano visioni contrastanti degli stessi scenari danneggiando gravemente la credibilità e minando l’unità del comparto, associazioni e organizzazioni sindacali esprimono il loro forte rammarico e sdegno”. Comincia così una nota firmata da Legacoop Agroalimentare Taranto Dipartimento Pesca, Agci Agrital Taranto, Confcooperative Taranto Federcoopesca, UNCI Agroalimentare, Casaimpresa Confesercenti Taranto, FAI CISL, FLAI CGIL e UILA Pesca.
“La mitilicoltura tarantina sta subendo, per l’ennesima volta, perdite sostanziose, in alcuni casi devastanti per la sopravvivenza delle società e dei lavoratori impiegati. Riteniamo irrispettoso, nei confronti dei mitilicoltori in difficoltà, parlare di un mercato in salute con prodotti esauriti e lavoratori senza problemi. Comunicati trionfalistici che raccontano una storia che alcuni vogliono sentire, per togliere dalle proprie agende e coscienze il destino dei nostri lavoratori”, sottolineano.
“È fondamentale l’apporto degli organi di controllo (Capitaneria, Guardia di Finanza, ASL, ecc.) affinché siano rispettate le prescrizioni vigenti e tutelati sia i cittadini, attraverso il puntuale rispetto delle ordinanze sanitarie, sia i mitilicoltori che rispettano tutte le norme (fiscali, sanitarie e del lavoro) e che non possono competere nelle attuali condizioni”, continua la nota.
“Si sostiene che per salvare il prodotto basti collocarlo a una profondità di 4-5 metri. Questo non è possibile nel secondo seno del Mar Piccolo, dove la profondità è insufficiente, mentre potrebbe essere fattibile nel primo seno, dove però allevare il prodotto adulto è vietato per motivi sanitari. Ci chiediamo: è forse a questo che si faceva riferimento? Sarebbe grave rifornire i consumatori con prodotto proveniente dal primo seno. Inoltre, nei tavoli istituzionali, il CNR non ha mai indicato lo spostamento in profondità dei mitili nel Mar Piccolo come soluzione alla moria”.
“È altresì grave attribuire erroneamente dichiarazioni a un Ente di riferimento della nostra comunità. Un’altra affermazione preoccupante è che il prodotto estero venga reimmerso nel Mar Piccolo, nonostante un’ordinanza lo vieti. Ognuno è libero di esprimere opinioni, ma è opportuno avere una lettura attenta della realtà per non togliere, a quei lavoratori che hanno perso tanto, anche la possibilità di raccontare la dolorosa verità senza rischiare di essere chiamati bugiardi”, spiegano ancora le associazioni.
“Speriamo che chi dipinge scenari rosei per scopi pubblicitari possa confrontarsi con il mondo reale e con la propria coscienza, considerando che molti problemi sono stati aggravati negli ultimi anni da una visione “fiabesca” della mitilicoltura. Abbiamo molto da rivendicare e possiamo pretendere con forza il giusto riconoscimento del nostro lavoro, ma ciò sarà possibile solo con una visione comune di ciò che manca, di ciò che ci spetta e di cosa potrebbe migliorare la nostra condizione”, concludono associazioni e organizzazioni sindacali.
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