Il Ministero della Giustizia sta valutando misure alternative al carcere, come la detenzione domiciliare o l’affidamento in prova, per i detenuti condannati per reati non ostativi con pene residue inferiori a un anno. La proposta, discussa già il 7 agosto durante un incontro tra il ministro della Giustizia, il Garante dei detenuti e i garanti regionali, ha l’obiettivo di contrastare il sovraffollamento nelle carceri italiane.
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