Il MedFestival Puglia torna a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) nei prossimi 5 e 6 agosto. Dopo tre anni di assenza, il festival si ripropone con alcune novità. La prima è il luogo in cui si svolgerà la manifestazione, che da quest’anno troverà spazio nell’area del Santuario della Madonna delle Grazie: un luogo mistico e di grande pregio paesaggistico, tra gravine, ulivi e macchia mediterranea, in cui si fondono natura, sacralità e storia. L’altra novità è il tema scelto per questa undicesima edizione: sarà “fjala”, sostantivo arbëreshë che tradotto significa “parola”.
Il MedFestival è organizzato dalla Pro Loco Marciana, con il patrocinio del Comune di San Marzano di San Giuseppe. “Il MedFestival Puglia – dichiara l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Leo – è un appuntamento unico che unisce i valori della nostra tradizione alle culture del Mediterraneo, creando una forte rete di comunità, istituzioni e aziende del territorio. L’amministrazione comunale è felice di sostenere questo undicesimo appuntamento che si svolgerà in un luogo speciale, il Santuario Madonna delle Grazie, che sarà sempre più al centro della programmazione culturale. Un ringraziamento speciale alla Pro Loco Marciana e a tutti i volontari per l’organizzazione di un festival di respiro internazionale”.
Le due serate si articoleranno in varie iniziative nei luoghi dell’area del santuario: la lama, che ospiterà gli spettacoli teatrali, il piccolo uliveto, l’anfiteatro e i pagghiari per gli appuntamenti musicali, la pineta che diventerà un’insolita e affascinante galleria fotografica.
Il 5 agosto, per l’arte: nella cripta, alle 20.30, si svolgerà “La vignetta del signore”, a cura di Don Giovanni Berti. Per gli appuntamenti musicali, nei pagghiari, alle ore 21, si esibisce l’accademia musicale Arthemis; al piccolo uliveto, alle ore 22, Berardi Molla Cosa. Nell’anfiteatro, alle ore ore 23.30, in scena i Riserva Moac. A seguire, dj set JL organization. Per il teatro, le narrazioni e le letture drammatizzate: alle ore 22, nella lama, “Lasciare andare”, con Delia De Marco e Giuseppe Marzio. Fotografia: nella pineta, si svolgeranno le mostre “Per le vie della Puglia” di Tania Ferrante e “Quattro Chiacchiere” di Francesco Caprino; nella lama, “Il filo di perle” di Roberta Trani.
Il 6 agosto, per l’arte, nel piccolo uliveto, alle ore 22, ci sarà Marta Lagna, calligrafa. Teatro, fiaba e racconto saranno insieme in un appuntamento dedicato ai bambini, ma anche ai più grandi: nei pagghiari, si svolgerà “Il bosco verde fatato”, con Giuseppe Calamunci Manitta e Gianluca De Robertis. L’attore Giuseppe Calamunci Manitta, nelle vesti di cantastorie, introdurrà grandi e piccini nel mondo della favola e del racconto, per poi magicamente trasformarsi nel Mago Scileppo che in compagnia del suo folle assistente Gianculetto (Gianluca De Robertis) allieterà il pubblico con storie fatate, improvvisazioni, giochi ed ironia. L’obiettivo è quello di divertire gli spettatori in maniera genuina per riscoprire se stessi, il prossimo e la natura. Per la musica: nei pagghiari tra ulivi, alle ore 22.30, si esibirà Yaràcä ensemble. Alle ore 23.30, nel piccolo uliveto, “Comu na vota… notra vota”, ensemble di musica popolare (violinista: Gianpaolo Saracino, fiati: Giovanni Alemanno, fisarmonica: Bruno Galeone; tamburo e voce: Maikol Argentina, ballo: Andre De Siena). Alle ore 23.30, nell’anfiteatro, Cioffi (cantante della scuderia Francesco Facchinetti, che questa estate sta spopolando in tutti i festival radiofonici estivi, molto seguito dai giovani); a seguire Chromophobia. Per il teatro, le narrazioni e le letture drammatizzate: nel piccolo uliveto, alle 21.30, “Parole e altri selvaggi” di Giuse Alemanno (scrittore eclettico, spazia dalla narrativa al teatro, dal giornalismo alla poesia performativa. In “Parole ed altri selvaggi”, ripercorrerà la sua storia culturale, condendola di letture e umorismo, uno dei suoi marchi di fabbrica; insieme alla sua capacità funambolica di giocare con le parole). Alle ore 22, nella lama, “Sesso, fantasmi e storie d’amore” con Caterina Petrarulo, Viviana Barboni e Camilla Benzi; a seguire “Parole cosparse”, di Giorgio Consoli (un viaggio spettacolo, tra le stelle e le “parole cosparse”: cura, gentilezza, acqua, essere, odio, lotta, addio: “Ognuna s’accende e ci parla e ci chiede di prestarle attenzione, perfino di rispettare la propria moltitudine, il tradimento, la sua contraddizione. Vivida, come vivida dovrebbe essere una comunità meravigliosamente libera e diversa, come quella delle parole, come quella delle stelle, tutte apparentemente simili ma uniche”).
Ci saranno inoltre spazi dedicati al cibo, con la possibilità di assaggio di pietanze e piatti della tradizione, vino e bevande, mercatini, uno spazio “Babele”, un’area dedicata ai bambini.
In merito al tema generale del MedFestival, la parola, intesa come unità del linguaggio, mette a confronto le persone e i popoli, può essere dialogo e comunicazione. Si proverà ad affrontare alcuni argomenti, tra questi: parole che uniscono, dividono, parole in continua evoluzione, manomissione delle parole, nomi femminili, galateo delle parole, neo comunicazione giornalistica e politica.
“Alla specie umana – spiega il team del MedFestival sul tema scelto – è data la possibilità di comunicare tramite codici simbolici: pensiamo, comunichiamo, interagiamo mediante le parole. Lingua, società e realtà hanno intrecci strettissimi, l’uno influenza ed è influenzato dall’altra in un rapporto circolare. E la lingua ha un ruolo importante perché costruisce la società. Il verbo “comunicare” deriva dal latino communicare, da communis “comune”, cum più munus (fare il proprio dovere insieme agli altri): l’azione comunicativa funziona quando tutte le persone in quel determinato contesto cooperano per farla funzionare. Per comunicare bene occorrono soprattutto consapevolezza e responsabilità nell’uso delle parole. La scelta delle parole nella comunicazione è un atto cruciale perché produce sempre conseguenze. Le parole, citando Gianrico Carofiglio, “cariche di significato e dunque di forza nascondono in sé un potere diverso e superiore rispetto a quello di comunicare, trasmettere messaggi, raccontare storie. Hanno il potere di produrre trasformazioni, possono essere lo strumento per cambiare il mondo””.
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