Roma – 100 anni sono passati da quanto il segretario del partito socialista unitario, Giacomo Matteotti prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni denunciando le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni. Matteotti fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista. Il corpo fu ritrovato circa due mesi dopo l’omicidio.
Sullo scranno da dove pronunciò il suo ultimo discorso, che si concluse così:
“Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni” è stata messa una targa.
Per il Presidente della Camera
egli resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani. “Nel ricordo indelebile di Giacomo Matteotti possa la nostra democrazia crescere e svilupparsi sempre di più”.
Non solo una cerimonia commemorativa anche una mostra organizzata in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti che raccoglie una sintesi dell’attività del deputato attraverso i documenti dell’archivio storico e della Biblioteca della Camera dove trascorreva la maggior parte dei suoi giorni
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