Lecce- Un dolore che ha squarciato il cielo sopra il mondo della Giustizia di Lecce, questa è stata la perdita del magistrato Paolo Moroni. Tante le dimostrazioni di affetto da parte del mondo forense e non solo ed ecco che arriva una lettera aperta del Procuratore Generale Antonio Maruccia che emozione e porta tutti ad una grande riflessione. Parole che il Procuratore affida alle sue pagine Social:
Lettera aperta all’avvocato Nino Caiaffa.
Carissimo Avvocato, ho letto con molto ritardo (dopo 14 ore per l’esattezza) il post con cui propone di intitolare a Paolo Moroni l’edificio di Via Brenta,sede del Tribunale civile.
Martedi e mercoledi sono stato a Roma e non ho potuto essere fisicamente presente ai funerali di Paolo, come avrà certamente notato.
Ho cercato di rendermi utile – da remoto-con i colleghi e gli avvocati che si sono attivati per organizzare il viaggio di Paolo. E ho avuto modo ieri,giorno dei funerali, di riferire ai colleghi del CSM che la comunità giudiziaria e forense di Lecce ha interpretato bene l’insegnamento di Paolo Moroni, che lo ha stretto di affetto come un figlio, un fratello,un padre.
Magistrati,avvocati e lavoratori della giustizia sono stati una comunità .
E io sono orgoglioso di appartenere a questa comunità, da cui imparo ogni giorno.
Stando lontano ,mi preoccupavo che Paolo non fosse lasciato solo neppure per un istante in Ospedale. ..era una preoccupazione inutile perché magistrati,avvocati e amici sono sempre stati con Lui, mi è stato detto.
Per me, poi,al dolore si è aggiunta la tristezza di non aver potuto condividere con tutti voi l’ultimo saluto ad un Uomo le cui qualità sono state descritte da tanti in modo mirabile e straordinario.
Nei miei 42 anni di professione, carissimo avvocato Caiaffa, non ho mai assistito ad una manifestazione di sentimento cosi diffusa, intensa e sincera,come quella che ha accompagnato Paolo.
O forse in una diversa occasione che Lei conosce.
I social media hanno consentito a tutti di dire una parola,di segnare una lettura, una presenza.
Magistrati,avvocati e lavoratori della giustizia ,hanno sorpreso tutti nella capacità di essere, appunto,una comunità.
Una comunità che è tale perché condivide il valore dell’appartenenza comune ad una funzione essenziale per la società:quella di garantire i diritti delle persone.
Sull’esempio e la vita, riservata e ricca di valori,di Paolo Moroni, ci siamo ritrovati tutti, uniti nella nostra aspirazione di essere migliori.
Ed ognuno ha espresso spontaneamente i propri sentimenti,la propria testimonianza, con dolcezza e verità.
Le Sue parole,caro Avvocato Caiaffa, Lei che conosce a fondo il dolore della vita,sono state tra quelle che hanno raggiunto il cuore e la mente di tutti,al pari di quelle dei miei colleghi piu vicini a Paolo.
Ci siamo scoperti,ancora una volta, magistrati, avvocati e lavoratori della giustizia, capaci di essere una cosa sola,capaci di andare oltre il dialogo,di stare dalla stessa parte.
Paolo Moroni ha saputo determinare tutto questo, al di là della commozione per la sua morte.
La figura di magistrato che emerge dai ricordi e dalle testimonianze dei tantissimi che hanno scritto, è la figura di un uomo di giustizia alla quale ciascuno di noi può tendere, può aspirare a riconoscersi, può impegnarsi ogni giorno per rendersi migliore e rendere migliore la giustizia che riusciamo a dare ai tanti cittadini che la chiedono e che l’aspettano.
Cercando di non arrivare tardi e male.
Caro Avvocato, la Sua idea di intitolare il palazzo di via Brenta a Paolo Moroni, magistrato morto sulla via del lavoro, mi convince.
E,se sarà condivisa,potrà realizzarsi perché abbiamo bisogno, noi adulti come i giovani,di Esempi.
Con affetto e stima.
antonio maruccia
PS
con Antonio De Mauro, per gli avvocati, voglio ringraziare Anna Rita Pasca , Roberto Tanisi e Vincenzo Scardia per quanto hanno fatto.
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