Di seguito la relazione integrale sulla manovra finanziaria (bilancio di previsione finanziario 2023-2025 e la legge di stabilità regionale) tenuta oggi in Aula dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
“Nel presentare il bilancio di previsione che espone in maniera sistematica il reperimento e l’impiego delle risorse pubbliche, ricordo che fa riferimento ad un orizzonte temporale triennale 2023-2025, così come previsto dalla legge, e che è stato redatto con riferimento alle politiche contenute nel documento di Economia e finanza regionale, nel quadro di una visione organica di programmazione regionale i cui indirizzi strategici sono stati fissati con il Piano strategico regionale.
La sua composizione, inoltre, riflette le interazioni della Politica Regionale con la Strategia di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, con le Politiche di coesione 21/27 e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che in tal modo coglie le opportunità derivanti da questi impianti strategici, attraverso l’insieme delle relative fonti finanziarie, con l’obiettivo di ridurre il più possibile i divari interni alla nostra regione e quelli che evidenzia rispetto alle altre regioni italiane ed europee.
Questo documento, come ben sapete, costituisce quindi il principale riferimento per l’allocazione delle entrate e per la gestione ed il monitoraggio delle uscite della Regione.
Per l’esercizio finanziario 2023 il totale generale delle entrate e delle spese in termini competenza, ossia di entrate che la Regione ha diritto di acquisire e le spese che, in altri termini, prevede di pagare, sono determinate complessivamente in 4 miliardi e trecento milioni circa; mentre in termini di cassa, le entrate e le spese che saranno effettivamente riscosse e pagate nell’esercizio successivo è determinato in oltre 5miliardi sia in entrata che con riguardo alle spese.
La movimentazione finanziaria al netto delle partite di giro e altre poste di carattere tecnico per l’anno 2023 è stimabile in 3,2 miliardi di euro.
In questa mia illustrazione non mi soffermerò sugli aspetti contabili e finanziari, ampiamenti illustrati nelle relazioni che accompagnano il documento e certamente approfonditi e discussi nelle attività svolte in Commissione, ma proverò a sottolineare alcuni elementi e temi particolarmente significativi e qualificanti per l’azione di governo.
Un’azione che va contestualizzata sia con riferimento allo scenario nazionale che internazionale in una fase storica caratterizzata dalla velocità dei cambiamenti.
Tutto va così in fretta che non so quanto ci si sia soffermati sul fatto che solo il 5 maggio del 2023, meno di 2 settimane fa, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente la fine dell’emergenza sanitaria iniziata l’11 marzo del 2020 con la dichiarazione di inizio pandemia.
Una crisi sanitaria durata, dunque, più di tre anni, che ha segnato profondamente anche questa nostra legislatura, costringendoci a rideterminare le priorità della nostra agenda politica per rispondere prima all’emergenza e poi per impostare una reazione pronta e veloce ai molteplici negativi effetti che tale condizione ha comportato.
Una reazione, ricordo a tutti noi, per buona parte orientata dalla definizione della nuova strategia europea, denominata, Next Generation EU e, conseguentemente, con la messa a punto, il 5 maggio 2021, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea con il titolo “Italia domani”, dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali, piano che verrà definitivamente approvato il 13 luglio del 2021.
A questa risposta europea e nazionale seguiva, pochi mesi dopo, la nostra: era l’11 febbraio del 2022, quando questo Consiglio approvava con legge il Piano strategico regionale che, valorizzando le linee strategiche comunitarie e nazionali appena varate, delineava il peculiare percorso di rilancio e di ripresa su base pluriennale della nostra Regione. Una risposta, dunque, la nostra altrettanto rapida e concreta che ha consentito di superare la fase degli aiuti straordinari e degli interventi emergenziali, per finalmente programmare e allocare le risorse intorno ai principali asset di cui la nostra Regione dispone.
Nel mentre si era appena avviato l’iter di implementazione del PNRR e pochi giorni dopo l’approvazione del Piano strategico, la Russia – il 22 febbraio del 2022 – occupava l’Ucraina, determinando un salto di qualità in un conflitto che dal 2014 riguardava le regioni ucraine a ridosso con i confini russi.
Ebbene, sullo scenario mondiale in piena fase di ripresa dopo lo shock pandemico, si introduce, inaspettato, un nuovo fattore di instabilità: la guerra, un dramma che colpisce innanzitutto un popolo quello ucraino, e che determina lo sconvolgimento di vecchi equilibri geo-economici e geo-politici, obbligando l’Europa a ripensare in pochi mesi politiche e strategie energetiche oltre che nell’approvvigionamento di materie prime, a partire dal grano.
Si determina così un surriscaldamento dell’economia e dunque un processo inflattivo sospinto dall’aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche ed alimentari. Un surriscaldamento dell’economia con ripercussioni sui bilanci nazionali, già particolarmente provati dalla necessità di limitare i negativi effetti del rincaro abnorme dell’energia e dalle ulteriori spese necessarie per sostenere la domanda pubblica e privata. Le previsioni di crescita su scala globale finiscono così per essere riviste passando dal 6% di crescita stimata ad una previsione, per il 2023, del 2,7%.
Questo rallentamento dell’economia mondiale coinvolge tutte le principali economie e dunque anche l’Italia, sebbene il nostro Paese, in una congiuntura così complessa, ancor oggi, dimostri una tenuta migliore di quella prevedibile.
Secondo i dati Banca d’Italia, del primo trimestre 2023, l’attività economica è leggermente aumentata, sostenuta dal settore manifatturiero che beneficia della discesa dei costi energetici e del miglioramento della catena logistica. Di segno positivo è anche la dinamica delle esportazioni, rafforzatasi nell’ultimo trimestre dello scorso anno e mantenutasi positiva all’inizio del 2023. Anche sul versante dell’occupazione i dati sono positivi: l’occupazione è aumentata nel quarto trimestre del 2022 e la domanda di lavoro viene stimata in crescita in questi primi mesi dell’anno in corso. Né è da trascurare il dato che vede aumentare lievemente i margini di profitto delle imprese.
A rimanere debole è invece la spesa delle famiglie a fronte di un’inflazione ancora alta. Nella media del primo trimestre l’inflazione è diminuita (all’8,2 per cento in marzo), sebbene la componente di fondo sia cresciuta, risentendo ancora della trasmissione ai prezzi finali dei maggiori costi generati dagli shock energetici. I maggiori rischi di instabilità, secondo gli analisti, sono sul fronte dei mercati finanziari che indicano una tendenza al peggioramento.
Una buona notizia riguarda inoltre l’indebitamento delle PA: Lo scorso anno l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL è diminuito di un punto percentuale, dal 9 all’8,0 per cento. Riduzione a cui ha concorso anche la Basilicata. Il peso del debito sul PIL si è così significativamente ridotto passando dal 149,8 % del 2021 al 144,7 del 2022.
Questi dati indicano, nel complesso, una buona capacità reattiva della economia del nostro Paese in una congiuntura ricca di insidie, dando ragione alle politiche del governo nazionale sin qui operate. Dati, fatti che – per quanto la polemica politica cerchi di sminuire -offrono del nostro Paese una immagine indubbiamente positiva specie se confrontata con altre economie europee.
Analoghe valutazioni quanto a capacità di tenuta e reazione del sistema economico possono essere fatte per la situazione lucana. Basta leggere i rapporti sull’economia di questi ultimi tre anni per avere conferma di questa capacità resiliente dimostrata dal sistema lucano. Le ultime analisi della Banca d’Italia, quelle del novembre 2022, indicano un recupero dell’economia lucana, anche se con intensità inferiore rispetto al 2021, a causa dell’incremento dei costi di produzione e dell’inflazione, ossia di fattori e condizioni che riguardano l’intero Paese.
L’attività industriale, ancora nei mesi scorsi, segnalava un andamento nel complesso positivo nonostante il calo del settore automotive. I rincari dei prezzi e delle materie prime sono stati in qualche modo compensati dal valore della produzione dell’industria estrattiva e analogamente positivi permangono gli indicatori relativi all’industria delle costruzioni, all’agricoltura, al terziario e al turismo.
Questo lo scenario descritto dagli economisti. Uno scenario caratterizzato, tra l’altro, da un ‘inflazione minore rispetto ad altre regioni. Secondo il più recente dato disponibile, infatti, quello di febbraio 2023, la Basilicata fa meglio del resto del Paese, con un’inflazione al 6,6%, mentre nello stesso mese il dato medio nazionale si attesta al 9,1%. Un indicatore, che segnala l’impatto positivo sull’intera economia regionale del cosiddetto bonus gas, un beneficio aggiuntivo rispetto a quello tangibile della riduzione del costo della vita delle famiglie lucane che hanno visto drasticamente alleggerito il costo della loro bolletta energetica. Un provvedimento considerato da alcuni, esattamente un anno fa in questa aula con molta diffidenza….
I dati previsionali sull’economia lucana diffusi nei primi mesi di quest’anno dalla SVIMEZ indicano una tendenziale contrazione del PIL, che riflette la stessa tendenza dell’intero Mezzogiorno. Una riduzione della ricchezza prodotta che limiterebbe la crescita ad uno 0,4%, rispetto ad un + 0.8% del Centro-Nord. Un rallentamento addebitato principalmente alla contrazione dei consumi delle famiglie, tendenza che in verità riguarda tutto il Paese.
Secondo queste proiezioni si passerebbe dunque da un +2,5 del 2022, allo 0.4% del 2023. Più ottimistica è invece la previsione fornitaci dalla CGIA di Mestre secondo cui la Basilicata, potrebbe registrare un +0,7% del proprio Prodotto interno lordo, occupando così nel 2023, la settimana posizione, sopra la media nazionale, prima tra le regioni del Mezzogiorno.
Numeri, previsioni, che restano pur sempre tali e che se segnalano una dinamica ancora positiva, ma che mettono comunque sull’avviso il decisore pubblico, delineando scenari dove la spinta alla ripresa tende a rallentare.
Fortunatamente ci sono settori più promettenti e capaci di esprimere una tendenza alla crescita più pronunciata: è il caso del turismo dove secondo dati Demoskopika, il 2023 potrebbe essere un anno all’insegna di una significativa crescita, con un più 4,6% di presenze e con un +14,7% di arrivi e, conseguentemente, con un incremento considerevole in termini di spesa turistica prevista.
Di segno diverso i dati sull’occupazione industriale. Un comparto in cui si segnala un preoccupante incremento delle ore di cassa integrazione e del ricorso agli altri strumenti con funzione di ammortizzatori sociali. Più di tutto sul comparto grava, come noto, il processo di ristrutturazione industriale di Stellantis, un processo determinato da scelte aziendali su base globale, poco o nulla condizionati da fattori locali, i cui effetti si riverberano pesantemente sull’intero sistema dell’automotive lucano e non solo. Una questione non affrontabile su scala locale, che ha comportato il coinvolgimento del governo nazionale con un primo risultato raggiunto: il riconoscimento dell’area di crisi complessa del comparto industriale San Nicola; un provvedimento che prevede un primo stanziamento di 20 milioni di euro per il finanziamento di progetti di riqualificazione e riconversione produttiva delle aziende della filiera, secondo modalità e procedure previste dalla legge 181 del 1989.
Si tratta di un primo passo teso a lenire le più immediate conseguenze delle scelte aziendali dell’industria automobilistica ma che implica e impone una strategia concordata Governo nazionale/Regione per fronteggiare quanto sta accadendo, collaborazione come noto già attivata.
Le leve di bilancio
La crisi industriale si presenta proprio in una fase in cui vi è un fervore di iniziative e di investimenti su tutto il territorio regionale che fa ben sperare. Verificheremo nei prossimi mesi il contributo all’occupazione che deriverà dai rilevanti investimenti pubblici sostenuti dal PNRR e dall’attuazione dei progetti finanziati con il Fondo di sviluppo e coesione e con la prima annualità dei fondi strutturali 21-27.
È da queste rilevanti risorse che noi speriamo di innescare processi virtuosi in grado di fronteggiare la tendenza al declino drammaticamente espressa dagli indicatori demografici.
Abbiamo dinanzi molteplici sfide che sentiamo di poter affrontare, avendo dimostrato con dati e fatti, già nel recente passato, di aver dato una mano vigorosa alle capacità di resilienza delle nostre comunità e del sistema produttivo lucano e di aver indicato un percorso ed una strategia chiara di ripresa.
Una strategia chiarita, precisata, declinata nel Piano Strategico regionale e centrata sulla piena valorizzazione ed utilizzo delle risorse endogene, del capitale naturale ma anche e soprattutto delle risorse umane di cui disponiamo. Sono questi fattori la principale leva dello sviluppo ed è nella valorizzazione di tali risorse strategiche che abbiamo individuato il punto di ripartenza.
Avevamo chiarito che il nostro obiettivo era rendere più conveniente vivere e lavorare in Basilicata ed è a questo scopo che abbiamo e andiamo dedicando il nostro impegno e orientando i nostri provvedimenti.
Acqua, gas, energia rinnovabili e foreste, sono state e sono al centro della nostra attenzione. Creazione di opportunità per una occupazione stabile, creazione di condizioni per nuovi insediamenti produttivi, rilancio dei borghi e strategie territoriali con un potenziamento del ruolo e della responsabilità dei territori nei processi di sviluppo, sono tutti tasselli di una strategia che si vanno concretamente implementando.
Questa è la visione del governo regionale. Noi abbiamo una idea chiara della Basilicata del futuro ed è quella di una regione autosufficiente sul piano energetico, il più possibile green, interessante per quanti vogliono investire in settori connessi all’innovazione e per quanti scelgono di abitarci, beneficiando di un costo della vita minore e di servizi il cui livello di qualità dovrà presto innalzarsi grazie ai cospicui investimenti programmati per i servizi alle persone ed alle comunità. Per questo, il prossimo varo delle strategie territoriali chiarirà definitivamente il come e il quando.
Il bilancio che presentiamo va in questa direzione, potenziando con specifiche risorse economiche le singole azioni previste nel Piano strategico regionale, liberando le risorse comunitarie che ci permetteranno di finanziare interventi fondamentali.
Come noto, l’approvazione di questo documento consentirà di mobilitare innanzitutto le risorse necessarie ad implementare i programmi comunitari. Il bilancio impegna le risorse immediatamente occorrenti, come nel caso del FEASR, senza ingessare il bilancio attuale, sapendo di poter liberare altre risorse per tempo, al fine di poter utilizzare integralmente le risorse comunitarie rese disponibili.
Il documento individua per le diverse fonti finanziarie la possibilità di sostenere i processi di crescita e sviluppo in una visione organica, tenendo conto di tutte le leve che possiamo attivare senza caricare il bilancio di spese e, soprattutto, di investimenti finanziabili con altre fonti che saranno disponibili a breve.
Le previsioni di stanziamenti di bilancio per il triennio 2023-2025 sono evidentemente improntate a criteri di assoluta prudenzialità, essenzialità e indifferibilità, approdando ad una formulazione delle previsioni di spesa coerente con le previsioni dei flussi di entrata.
In estrema sintesi:
è previsto l’ottimale utilizzo delle risorse comunitarie e statali volte a valorizzare la creazione di sinergie per il finanziamento degli interventi sul territorio;
sono stati previsti gli stanziamenti per le spese obbligatorie correnti anche per gli anni successivi al primo, per garantire la continuità a contratti o convenzioni già in essere e per garantire il corretto funzionamento dell’ente;
è stato previsto il finanziamento delle spese legate a piani/programmi regionali in corso di approvazione;
è stata operata l’iscrizione degli stanziamenti volti a garantire il rispetto del Tavolo
Adempimenti in sanità;
è garantito il rispetto del limite di indebitamento 2023;
è garantito il rispetto degli equilibri di bilancio per i tre esercizi considerati.
Le risorse mobilitate con il bilancio regionale
Le risorse disponibili sono dunque stimabili, come già richiamato, in 3,2 miliardi di euro.
Per comprendere la composizione della spesa occorre evidenziare innanzitutto la quota relativa al capitale umano di cui dispone la Regione. Il personale influisce per il 2,6% che corrisponde a circa 85 milioni di euro, una maggiore spesa rispetto all’anno precedente derivante dai processi di stabilizzazione, dalle nuove assunzioni a seguito dell’indizione dei concorsi e dal pagamento della produttività degli esercizi precedenti. Un dato che riflette l’investimento crescente che questo governo regionale va facendo sulle risorse umane e sul rinnovo del personale pubblico.
Al costo del personale regionale occorre aggiungere i costi di funzionamento e gestione degli enti strumentali, comprensivi dei costi del personale, pari a circa 26 milioni di euro.
I costi previsionali di funzionamento della Regione per utenze, servizi, strumentazioni, mutui etc. sono pari a circa 200 milioni di euro.
Il funzionamento degli organi istituzionali Consiglio e Giunta ammonta a circa 16 milioni di euro, un dato pressoché stabile.
Fondo sanitario regionale
La più significativa voce di bilancio riguarda gli stanziamenti riferiti al Fondo Sanitario Regionale indistinto (a lordo della mobilità e delle quote vincolate al Fondo Sanitario Nazionale), stimati per il 2023 in 1 miliardo e 96 milioni di euro, destinati al Sistema Sanitario Regionale. Va precisato che non essendo ancora stato approvato il riparto su base nazionale per l’anno 2023 è verosimile che si determineranno ulteriori iscrizioni, in considerazione dell’aumento del livello del finanziamento. A questa voce occorre poi aggiungere le assegnazioni dello Stato a valere sul perimetro sanitario corrente, pari a circa 60 milioni di euro, tipo le assegnazioni vincolate per il Covid, nonché le spese relative all’ambito sociale e sanitario fuori perimetro, tipo il fondo per la non autosufficienza e le politiche sociali, ammontanti a circa 40 milioni di euro. A questi, come specificato nella Missione 13, (essendo il bilancio articolato per Programmi e per Missioni) vanno aggiunti altri 130 milioni portando così a circa 1miliardo e 326 milioni di euro, l’ammontare della missione. In tale Missione sono inserite anche le poste finanziarie afferenti ai fondi sanitari cosiddetti vincolati e finalizzati oltre agli extra lea – livelli essenziali di assistenza. Nello specifico, nell’ambito dei lea aggiuntivi, sono state iscritte risorse ulteriori, pari a 4 milioni di euro per prestazioni extra budget rese da strutture private accreditate (articolo 10 della legge di stabilità 2023). Inoltre, sempre nell’ambito della Missione 13, con l’articolo 9 della legge di stabilità 2023, è stato autorizzato un contributo straordinario della Regione al Sistema sanitario regionale (SSR) di 6 milioni e mezzo di euro per i maggiori costi derivanti dall’aumento del costo dell’energia.
Trasferimenti risorse energetiche
Tra i principali stanziamenti iscritti a bilancio, per l’esercizio 2023 si segnalano nella Missione 17, Energia e diversificazione delle fonti energetiche, per un importo di circa 226 milioni di euro le entrate derivanti dalla valorizzazione delle risorse energetiche di cui 200 milioni di euro a titolo di compensazione ambientale stimati con riferimento ai 200 milioni di metri cubi di gas che la Regione si è riservata nelle proprie disponibilità, annualmente, per i prossimi nove anni, con gli Accordi stipulati con le compagnie petrolifere. Il dato relativo al prezzo per m3, soggetto a oscillazioni in quanto dipendente dalla borsa internazionale, potrà essere rideterminato in fase di assestamento. Esso fornisce principalmente l’indicatore economico, il valore monetario della molecola, ma è un dato in definitiva neutro, grazie alla clausola contrattuale con i distributori che, a seguito delle modifiche del prezzo risultate dalla borsa di Rotterdam (Entrate), impone l’immediato allineamento del prezzo in bolletta (Uscite). Con questa risorsa eroghiamo il bonus gas di cui alla legge regionale 28/2022. Sono altresì iscritte in bilancio le altre partite connesse alla valorizzazione delle risorse energetiche: i circa 8 milioni di euro per il Progetto “LucAS” ed i 110 milioni di euro per compensazioni riferite sia all’Accordo quadro del 2006, con le integrazioni e le modifiche apportate con l’addendum del 2019 con TOTAL e Mitsu, sia relativi al nuovo accordo con ENI e Shell, dove sono comprese investimenti relativi al monitoraggio ambientale, allo sviluppo di energie rinnovabili e più in generale allo sviluppo sostenibile. Risorse, iniziative ed interventi che trovano peraltro anche nel PNRR finanziamenti non irrilevanti.
Principali trasferimenti in spese correnti
Altra voce rilevante è costituita dai trasferimenti statali correnti a valere sul fondo nazionale trasporti, relativi al concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, pari ad un importo di 76 milioni di euro.
Altri trasferimenti correnti significativi riguardano l’agricoltura con 38 milioni di euro che vanno a sostenere spese per l’associazione allevatori, i consorzi di bonifica, le politiche agro-alimentari e l’assistenza tecnica al FEASR.
Gli altri significativi trasferimenti statali registrati in bilancio riguardano il PNRR e il Piano complementare e si riferiscono a spese di carattere corrente, per circa 10 milioni di euro, per costi relativi a prestazioni professionali per supportare i procedimenti amministrativi e quant’altro; così come altri 7 milioni relativi ad assistenza tecnica su fondi comunitari e Sviluppo e Coesione;
Contributi agli investimenti e trasferimenti in conto capitale
Per quanto riguarda le entrate relative al Titolo IV del bilancio esse fanno riferimento ai contributi agli investimenti e ai trasferimenti in conto capitale da parte dello Stato, dall’Unione Europea e da altri soggetti. Le voci più consistenti riguardano i Programmi Comunitari 2014/2020 e 2021/2027, le risorse statali afferenti Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020, il Piano di Sviluppo e Coesione 2021/2027 (relative al solo Piano Stralcio) e le risorse programmate nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari.
Occorre notare che si è ritenuto di iscrivere in sede di previsione tutte le somme assegnate a livello statale e/o comunitario e/o da altri soggetti per specifici interventi, così da consentire il corretto avanzamento della spesa e garantire la copertura agli investimenti da realizzare.
In particolare, nel bilancio di previsione sono state iscritte:
- le risorse riferite al PSC 2007/2013 e 2014/2020 per un importo pari a circa 500 milioni di euro, spalmati su due annualità 2023-2024.
- Le risorse riferite al Programma regionale Basilicata FESR FSE+ 2021-2027 che imputa sul bilancio 2023-25 circa 400 milioni sul totale previsto per la Basilicata per il settennio è pari a circa 983 milioni di euro.
- L’intero programma è così suddiviso:
Come appena detto di questi 983 milioni di euro sono imputati nel triennio 2023-2025, relativamente alla quota finanziata dal FESR, risorse pari a € 310.000.000,00 di euro e, con riferimento al FSE plus, un importo di € 84.000.000. Relativamente al solo 2023 saranno disponibili 105 milioni di euro a cui vanno aggiunte le risorse derivanti dalla precedente programmazione stimabili in circa 380 milioni.
Saranno disponibili per investimenti non meno di 480 milioni, un dato confortante che sollecita fortemente le strutture tecniche e amministrative della Regione a dare il massimo così da valorizzare al massimo queste opportunità.
Con riferimento all’utilizzo dei fondi strutturali 21/27 la tabella allegata al bilancio fornisce preziosi elementi per comprendere i filoni maggiormente sostenuti:
Il peso maggiore in termini di investimenti è riconducibile a Basilicata green che assorbe il 24% delle risorse disponibili sulla programmazione 21-27, mentre Basilicata smart assorbe il 23,2% evidenziando la centralità del processo di transizione ecologica e di innovazione nelle politiche di sviluppo regionale. Così come sono ben 115 milioni di euro le risorse allocate su Basilicata sistemi territoriali, a conforto cioè di quelle strategie a sostegno dei territori caposaldo della nostra strategia di sviluppo, come già illustrato nei recenti convegni di Melfi e Policoro (cui altri seguiranno).
Non mancano significativi investimenti su Basilicata connessa per circa 45 milioni di euro e 60 milioni riferibili all’istruzione e formazione. Risorse cui occorre aggiungere quelle derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che pure dispongono di rilevanti finanziamenti per la digitalizzazione, l’istruzione, e i processi di innovazione.
Con riferimento al PNRR, evidenzio che, nel bilancio di previsione, sono stati iscritti, circa 128 milioni di euro, mentre per la realizzazione del Piano Nazionale Complementare al PNRR, sono state iscritte risorse per circa 69 milioni di euro.
A queste risorse vanno aggiunte inoltre la previsione di ulteriori 355 milioni di euro che riguardano la Programmazione comunitaria FSER e FSE 2014/2020, di cui 255 milioni nel 2023, per aiuti alle imprese e in materia ambientale e di viabilità.
La mole di risorse disponibili potrebbe ammontare a questo punto a 940 milioni di euro per l’anno in corso, senza neppure considerare al momento le risorse FSC che devono essere ancora assegnate.
La sfida che abbiamo dinanzi è la gestione efficiente di queste risorse avendo chiari gli obiettivi e i risultati da raggiungere.
Enti locali
Certo il bilancio non riesce a farsi carico di tutte le esigenze e le attese, anche perché diverse fonti di finanziamento sono ancora in via di definizione, come nel caso del FSC. Nelle nostre previsioni si considera però altamente probabile l’arrivo di ulteriori risorse da destinare alle voci di spesa afferenti alcune Missioni, come nel caso del Fondo unico delle autonomie locali, che verrà prioritariamente rimpinguato con incassi derivanti dagli accordi con la Regione Puglia sulla risorsa idrica e all’esito del riconoscimento da parte del MEF del 3% a valere sul 2015.
A favore degli enti locali per specifici investimenti diretti e indiretti, previsti ai sensi della L 145/2018 sono iscritte risorse, pari a circa 41 milioni di euro.
La spesa per missioni
In definitiva sul fronte della spesa, come è facile verificare dai documenti di bilancio, le Missioni maggiormente valorizzate nell’ambito delle spese correnti sono, in ordine decrescente, le seguenti:
la Missione 13, pari a circa 1.326 milioni di euro, riferita alla Sanità, di cui abbiamo già parlato.
la Missione 17, Energia e diversificazione delle fonti energetiche per un importo di circa 226 milioni di euro, che contiene le spese riferite al bonus gas e a cui ho già fatto cenno;
la Missione 1, con stanziamenti di circa 196 milioni di euro, riferita, sostanzialmente, alle spese per il funzionamento e/o obbligatorie del sistema pubblico regionale, finanziata prevalentemente con entrate a libera destinazione
la Missione 10, relativa a trasporti e viabilità;
la Missione 9, nella quale confluiscono le spese per le Misure compensative del sistema tariffario del servizio idrico, le spese destinate ad ARPAB per il monitoraggio ambientale e altre misure di compensazione, valorizzata per circa 93 milioni di euro;
la Missione 14 nella quale sono stanziati circa 59 milioni di euro per aiuti correnti alle imprese;
la Missione 12 nella quale confluiscono le spese per il sociale (fondo non autosufficienza, volontariato, politiche sociali), valorizzata in circa 52 milioni di euro;
la Missione 16, che fa riferimento al mondo agricolo su cui ci siamo già soffermati;
la Missione 15, nella quale sono stanziati circa 23 milioni di euro, che riguardano prevalentemente le politiche per il Lavoro e la formazione.
Si tratta di risorse che alimentano, come noto, piani di settore e programmi nel cui ambito sono specificati obiettivi e risultati attesi, così come avvisi pubblici e bandi a valle di tali programmi. Il bilancio di previsione è infatti il fattore abilitante per così dire della politica economia regionale.
Questa sintetica descrizione dei principali contenuti del bilancio mette in rilievo la particolare rilevanza del lavoro che si sta svolgendo per determinare il massimo di coerenza tra gli obiettivi strategici e le diverse fonti finanziarie e l’avvio dei nuovi cicli di programmazione. Mi sia consentito di ringraziare quanti hanno operato per rafforzare il grado di coerenza degli strumenti di programmazione e le forze politiche ed i consiglieri regionali che hanno concorso a precisare programmi ed obiettivi.
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