“Durante i lavori del Consiglio Comunale di Manduria si è assistito a un episodio che lascia molti interrogativi. Una mozione sul salario minimo, presentata dal Movimento 5 Stelle e approvata dall’aula, ha visto il voto contrario di Fratelli d’Italia, Demos e, sorprendentemente, del Partito Democratico. La proposta, in linea con la Legge Regionale n°19 del 30/05/2024, mirava a introdurre criteri di premialità legati al salario minimo nei contratti di appalto e concessioni comunali”. Lo scrivono in una nota Francesco Nevoli, coordinatore provinciale M5S Taranto, Vito Perruccil, capogruppo in consiglio comunale di Manduria per il M5S, Semmi Polimeno, consigliere comunale del M5S Manduria, e Gregorio Greco, rappresentante GT M5S Manduria.
“La contrarietà del PD appare in evidente contrasto con la posizione assunta a livello nazionale, dove il partito, insieme alle altre forze di opposizione, tra cui lo stesso Movimento 5 Stelle, sostiene il salario minimo come strumento per combattere lavoro precario, dumping contrattuale e contratti irregolari. È incomprensibile e contraddittorio che il PD a Manduria prenda una posizione opposta rispetto a quella che il partito sostiene a livello nazionale”, dichiarano i rappresentanti locali del M5S.
Il Movimento 5 Stelle ha ribadito che il salario minimo non è una battaglia ideologica, ma un intervento necessario per restituire dignità ai lavoratori e rafforzare la contrattazione collettiva. “Chiediamo una spiegazione chiara dalla Segreteria Provinciale del PD per garantire trasparenza e coerenza nei confronti dei cittadini”, hanno aggiunto i rappresentanti locali.
La mozione, pur approvata, ha dunque lasciato un clima di tensione e richieste di chiarimenti che continuano a far discutere.
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