Foto Massimo Todaro

Magistrati annunciano mobilitazione contro legge su separazione carriere

L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) annuncia una mobilitazione contro la legge sulla separazione delle carriere dei magistrati, prevista in concomitanza con l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Al centro delle polemiche anche l’app Giustizia, criticata per la gestione dei processi.

Separazione carriere: perché i magistrati protestano

La riforma della separazione delle carriere dei magistrati, attualmente in discussione, rappresenta un punto di forte attrito tra l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) e il Governo. La proposta, sostenuta da alcune forze politiche, mira a distinguere in modo netto le carriere dei magistrati giudicanti (giudici) e requirenti (pubblici ministeri), introducendo percorsi separati sin dall’inizio della carriera.

Le ragioni della protesta

L’Anm, che ha annunciato una mobilitazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, considera questa riforma un rischio per l’indipendenza della magistratura e per l’equilibrio del sistema giudiziario. Secondo i magistrati, separare le carriere comporterebbe:

1. Compromissione dell’indipendenza – La riforma potrebbe ridurre l’autonomia dei pubblici ministeri, che verrebbero posti sotto il controllo dell’esecutivo o del Parlamento attraverso un Consiglio Superiore della Magistratura separato per giudici e pm. Questo, secondo i critici, potrebbe favorire pressioni politiche e interferenze nelle indagini.

2. Squilibrio nel sistema giudiziario – I magistrati giudicanti e requirenti, pur avendo ruoli distinti, collaborano attivamente nel processo penale. La riforma rischia di ostacolare questa sinergia, creando due entità separate con potenziali difficoltà operative e rallentamenti nei procedimenti.

3. Centralità del diritto alla giustizia – L’Anm sottolinea che la separazione delle carriere potrebbe compromettere il diritto dei cittadini a un giudice imparziale e a un pubblico ministero indipendente, che sono garanzie fondamentali previste dalla Costituzione italiana.

Le posizioni del Governo

Chi sostiene la riforma afferma che la distinzione delle carriere è necessaria per assicurare maggiore trasparenza e oggettività nei processi. Secondo i promotori, la figura del pubblico ministero, che agisce come parte accusatoria, deve essere nettamente distinta da quella del giudice, che rappresenta la terzietà e deve decidere in maniera imparziale.

Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha ribadito che la riforma è in linea con le migliori pratiche internazionali, come suggerito da organismi europei, e che mira a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Tuttavia, l’Anm teme che dietro l’apparente obiettivo di modernizzare il sistema si celi un disegno politico volto a ridurre l’autonomia della magistratura.

Iniziative di protesta

Oltre alla mobilitazione già annunciata, i magistrati stanno valutando altre iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere anche le forze politiche di opposizione. L’inaugurazione dell’anno giudiziario, prevista per il prossimo fine settimana, rischia quindi di trasformarsi in un’occasione di scontro simbolico e politico tra magistratura e governo.

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