BARI – La Dda di Bari ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, in carcere dallo scorso 26 febbraio per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice interno’. La richiesta di condanna è stava avanzata oggi dai pm Marco D’Agostino e Fabio Buquicchio, che hanno evidenziato “il ruolo di primo piano” giocato da Olivieri nel reperire voti mafiosi in tre diversi clan della città, oltre che la capacità di piegare “tutto e tutti” alle proprie “spregevoli e bieche esigenze di profitto personale”, anche nella vicenda dell’estorsione all’ex presidente della Banca Popolare di Bari. La richiesta è arrivata nella lunga requisitoria davanti al gup di Bari Giuseppe De Salvatore, per il processo in abbreviato che vede 108 persone imputate. La moglie di Olivieri, l’ex consigliera Maria Carmen Lorusso, è invece a dibattimento insieme al padre Vito, oncologo già in carcere per altre vicende. L’inchiesta di Dda e squadra mobile di Bari ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina, e convinto il Viminale a nominare una commissione d’accesso per valutare i presunti rischi di infiltrazione mafiosa nell’Amministrazione comunale.
Sono pesanti le condanne chieste dalla Dda di Bari anche per gli altri 107 imputati che hanno scelto il rito abbreviato assieme all’ex consigliere della Regione Puglia Giacomo Olivieri. L’accusa ha chiesto la condanna a 20 anni per i boss baresi Savino Parisi ed Eugenio Palermiti e per altri imputati, considerati organizzatori dell’associazione mafiosa Parisi-Palermiti. Si tratta di Michele e Tommaso Parisi, rispettivamente fratello e figlio di Savino (Tommaso è un cantante neomelodico conosciuto come ‘Tommy Parisi’), di Giovanni Palermiti (figlio di Eugenio), Filippo Mineccia (con Giovanni Palermiti condannato in Appello per un omicidio di mafia del 2018), Cosimo Fortunato, Michele Calzolaio, Raffaele Addante e Francesco Triggiani. Pene dai 2 ai 20 anni sono invece state chieste per 66 imputati considerati partecipi dell’associazione. La condanna a 14 anni di reclusione è stata chiesta per Tommaso Lovreglio, nipote e braccio destro del boss Savino Parisi ed ex dipendente Amtab (la municipalizzata dei trasporti sottoposta ad amministrazione giudiziaria proprio per la presenza di diversi dipendenti legati ai clan), e a 12 anni per Michele De Tullio, altro ex dipendente dell’azienda che, insieme a Lovreglio, si sarebbe attivato per raccogliere i voti del clan per Maria Carmen Lorusso, moglie di Olivieri ed eletta nel 2019 al Consiglio comunale di Bari. Con lei si candidò in ticket anche Michele Nacci, poi risultato primo dei non eletti, per il quale è stata chiesta la condanna a 8 anni. Nacci, per l’accusa, avrebbe raccolto i voti nel clan Montani del San Paolo: la Dda ha chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi per Bruna Montani (suocera di Nacci) e la condanna a 10 anni per Leonardo e Bruno Montani. Per Gaetano Strisciuglio, che avrebbe aiutato Olivieri a raccogliere voti nell’omonimo clan, è invece stata chiesta la condanna a 4 anni, in considerazione della confessione resa sulla richiesta che Olivieri gli avrebbe fatto di reperire voti nel clan.
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