Un’indagine di Cittadinanzattiva, pubblicata oggi, rivela grandi disparità nei tempi di attesa per visite mediche programmate in Italia.
Per esempio, per un’ecografia, i pazienti possono attendere fino a un anno e mezzo in alcune regioni, mentre in altre bastano solo 13 giorni. Per una visita cardiologica, in certe aree si aspetta un anno, in altre solo una settimana. Anche per le mammografie, l’attesa varia notevolmente: da un giorno a sei mesi, talvolta anche nella stessa regione.
L’indagine, condotta a giugno, ha analizzato i tempi di attesa per sei prestazioni mediche rispetto ai tempi previsti dal Piano nazionale del governo: ‘Urgente’ (immediata), ‘Breve’ (entro 10 giorni), ‘Differibile’ (entro 30 o 60 giorni) e ‘Programmata’ (entro 120 giorni).
Le difficoltà nel rispettare queste tempistiche emergono sia al Nord che al Sud. In Friuli Venezia Giulia, quasi tutte le prestazioni a maggio sono state erogate oltre i tempi previsti. In Veneto, invece, i tempi sono stati rispettati per tutte le prestazioni e priorità. Anche la Calabria ha mostrato buoni risultati, ma richiede ulteriori indagini secondo Cittadinanzattiva.
Casi limite includono l’Azienda Universitaria Friuli Centrale, dove si attendono in media 498 giorni per un’ecografia addome e 394 giorni per una visita ginecologica programmata; nell’Azienda Sanitaria 3 Ligure, si aspettano in media 427 giorni per una visita cardiologica programmata. La Asl di Bari riesce a erogare entro i 10 giorni solo il 9% delle visite pneumologiche con codice B; la Asl Napoli 1 Centro rispetta i tempi in appena il 14% delle visite oncologiche in codice B; la Asl RM4 rispetta i tempi per solo il 17,8% delle ecografie addominali in classe B. In Molise, solo il 34% delle ecografie addominali di classe D vengono effettuate entro i 60 giorni previsti, mentre nelle Marche solo il 41% delle mammografie programmate sono nei tempi.
Nonostante questi dati negativi, ci sono numerose Asl in tutta Italia che rispettano pienamente i tempi per le visite. Tuttavia, l’omogeneità dei dati rappresenta una criticità: “Dal Sud al Nord è una Babele di dati e modalità di aggiornamento delle piattaforme online”, scrive Cittadinanzattiva, rendendo difficile il confronto anche all’interno dello stesso territorio. Inoltre, i tempi di aggiornamento delle piattaforme sono problematici: ad esempio, i dati del Molise sono disponibili solo fino al 2023.
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, afferma: “Questa nostra indagine conferma ancora una volta un quadro di estrema disomogeneità nelle modalità e nelle tempistiche con le quali le Regioni e le singole Asl restituiscono i dati sulle liste di attesa nel loro territorio”.
La speranza è che il decreto in via di approvazione definitiva possa risolvere queste criticità, permettendo interventi mirati per garantire a tutti i cittadini l’accesso ai servizi sanitari.
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