E’ ripreso oggi davanti ad un nuovo giudice il processo sui presunti illeciti commessi nella realizzazione del tratto terminale del gasdotto Tap, che dall’Azerbaijan porta metano in Italia approdando sulle coste di Melendugno, in Salento. Sul banco degli imputati la stessa società Tap e 18 persone, tra cui Michele Mario Elia, ex country manager di Tap; Gabriele Paolo Lanza, project manager della società e responsabile in materia ambientale; e Marco Paoluzzi, direttore dei lavori. Sono accusati, a vario titolo, di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico. L’udienza in aula bunker si è tenuta davanti al giudice Maria Francesca Romano che ha preso il posto di Silvia Saracino, in aspettativa. In apertura di udienza il pm Alessandro Prontera ha modificato i capi di imputazione, circostanziandone la condotta, rispetto a quanto fatto nella precedenza udienza dalla collega Valeria Farina Valaori poi trasferita alla Procura di Potenza. I reati contestati restano gli stessi, ma in questa maniera le accuse vengono esplicitate in maniera più analitica. Una correzione, questa, alla quale si sono opposti i legali degli imputati che, nella scorsa udienza, avevano preannunciato delle eccezioni proprio sui capi d’imputazione ritenuti a loro dire nulli perché troppo generici. Le eccezioni della difesa sono state però respinte. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo 12 settembre per eventuali ulteriori questioni preliminari.
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