Lecce, Sticchi Damiani: “Esonero di Gotti doloroso, ma necessario”

Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino ed il direttore sportivo giallorosso Stefano Trinchera, hanno parlato questa mattina in conferenza stampa, spiegando innanzitutto le ragioni ha hanno portato la dirigenza all’esonero di Gotti. Il primo a prendere parola, è stato proprio SSD: “Siamo qui per spiegare e motivare l’esonero di Luca Gotti. Abbiamo pensato di farlo in una conferenza dedicata a questo, anche per evitare di parlare del passato quando verrà presentato il nuovo allenatore. Esonerare un allenatore è sempre difficile e doloroso. La scelta è di natura tecnica, figlia di valutazioni fatte sul trend della squadra in questo inizio di campionato. Valutazioni che vengono sempre fatte nell’interesse del club. Il trend di questo avvio di stagione non è assolutamente positivo, e ci ha imposto una decisione del genere. Non so come finirà questo campionato, ma non voglio avere lo scrupolo di non aver fatto il massimo possibile per provare a salvarci. In questo momento occupiamo una posizione di classifica infelice, abbiamo una delle peggiori difese e soprattutto il peggior attacco dell’intera Serie A. La situazione però non è compromessa, del resto siamo ad un punto dalla salvezza. Con questa decisione abbiamo deciso di provare ad invertire il trend. Ringrazio Luca Gotti per il lavoro svolto. Lo considero un grande artefice della salvezza della scorsa stagione, ragion per cui ammetto sia stato molto faticoso comunicarli la notizia, dal punto di vista umano e personale, però quando si pensa e si agisce per il bene del Lecce si devono accettare anche questi sacrifici emotivi. La nostra è una scelta scomoda sotto tutti i punti di vista, che comporta un ulteriore sforzo economico da parte del club. Noi vogliamo però provare a smuovere qualcosa. Questa scelta ci espone ancora una volta a tutti i rischi del caso, perché nessuno ragiona per comodità personale. È una scelta che a mio avviso è la dimostrazione che non vogliamo lasciare nulla di intentato, in uno dei tornei più difficili che stiamo affrontando. Stiamo rischiando e come sempre ci stiamo mettendo la faccia sempre, nell’interesse del club”.

Pantaleo Corvino ha poi proseguito così: “In questi momenti non riesco a dare il mio meglio, non fa parte del mio dna. Lo dice la mia storia, non a caso il mio primo esonero è avvenuto dopo 32 anni di attività. Sono un responsabile che tutela sempre le scelte del club, e lo faccio sia quando arriva un tecnico, condividendolo con le società, sia quando sei costretto, come responsabile, a comunicare un esonero. Gli esoneri non vengono dettati dall’area tecnica, non vengono imposti dal responsabile dell’area tecnica, ma sono sempre decisioni condivise con tutti i rappresentanti della società. Sono cose che si fanno nei momenti in cui si è costretti a fare delle analisi. Chi racconta altro, inventandosi altri film, o sognando altre storie, sbaglia. Ci sono momenti della stagione in cui si è costretti a fare delle valutazioni e bisogna scegliere dei momenti giusti per farle. Noi le abbiamo fatte dopo dodici giornate. Abbiamo fatto delle analisi generali, poi ognuno singolarmente fa le proprie riflessioni, personali e soggettive, ma io sono qui per fare analisi. Già da un po’ mi sono interfacciato con la società, per parlare di un eventuale cambiamento di rotta. Abbiamo parlato dell’identità che deve avere una squadra, dei risultati, del fatto che negli ultimi anni ci siamo salvati senza mai occupare le ultime tre posizioni, del fatto che per un anno siamo stati capaci di non prendere mai più di due gol con una formazione che veniva dalla B. Oggi invece è tutto diverso. La premessa è che noi possiamo permetterci di essere in queste posizioni, rientra nel dna di una squadra che deve lottare per la salvezza. Dopo dodici giornate abbiamo visto però visto troppe diversità che non si erano mai create in questo club. Per me sollevare un allenatore dal suo incarico è un trauma, sia chiaro. Ma come ha detto il presidente non vogliamo avere scrupoli. Abbiamo tutti delle responsabilità, anche io sono pronto a prendermi delle critiche, perché prendo delle decisioni che possono portare a degli errori. Io sono arrivato in Champions League, ho vinto tre tornei di Serie B e salvato il Lecce nove volte, anche commettendo degli errori. Quando abbiamo sottoposto a Gotti un contratto di due anni pensavamo che fosse giusto. Il nostro è stato un atto di fiducia, ma la vita può cambiare in sei mesi. Ci sono però momenti in cui quella decisione sembrava giusta. Oggi abbiamo preso una decisione diversa rispetto al passato. Io e Stefano siamo uomini da campo, e non da salotto. A noi piace molto vedere il lavoro sul campo, e vedere un lavoro che ha una chiara identità e una strada costante. Per il ruolo di allenatore stiamo cercando una persona che sia come noi. Non possiamo permetterci di andare in confusione tutti, perché insieme a noi ci vanno di mezzo i tifosi. Voglio un tecnico che mi dia delle risposte, mi auguro di trovare quello giusto, e mi auguro che sia nelle nostre possibilità”.

Lo stesso Corvino ha tracciato un bilancio su alcune manovre di calciomercato non rivelatesi azzeccatissime, almeno per ora: “A centrocampo abbiamo tante soluzioni. In difesa Guilbert è pari a Gendrey. È andato via Pongracic ed è arrivato Gaspar, e credo di non averci rimesso. Domenica gli altri nove erano quelli che gli anni scorsi ci hanno permesso di non essere mai in zona retrocessione. Qui nessuno è una macchina, siamo uomini e possiamo sbagliare. Siamo una società che dà il meglio ed il massimo che ci sia da offire. Quando capiremo che ci sarà qualcuno che potrà fare meglio e di più di noi, vedremo. Per il momento lavoreremo per rispondere a tutti coloro che ci sostengono. Commettere degli errori fa parte della natura umana. Con i mezzi che avevamo a disposizione, abbiamo provato a migliorare la squadra. Noi crediamo di aver fatto il massimo, il resto sono valutazioni soggettive”.

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