La Direzione Investigativa Antimafia, dopo che la Suprema Corte di Cassazione ha respinto e ritenuto inammissibili i ricorsi della maggior parte degli imputati nel processo scaturito dall’operazione di polizia giudiziaria denominata “Federico II”, ha dato esecuzione, su richiesta della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Lecce, alla sentenza della Corte d’Appello di Lecce del 1° luglio 2020, in esito alla quale sono stati notificati 27 ordini di carcerazione ad altrettanti soggetti residenti 25 in provincia di Lecce, uno in provincia di Trieste e uno in provincia di Brindisi, di cui 21 italiani e 6 di origine albanese.
Le pene inflitte vanno da un minimo di 3 anni a un massimo di 16.
L’attività investigativa avviata nell’agosto del 2012 si è conclusa nell’agosto del 2013 con 48 indagati. A dicembre del 2016 è stata eseguita un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica, DDA di Lecce, a carico di 21 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti.
L’indagine aveva portato alla disarticolazione di due distinte organizzazioni, di cui una di stampo mafioso dedita alle estorsioni e al traffico di stupefacenti e un’altra italo – albanese dedita all’importazione dall’Albania d’ingenti quantitativi di eroina.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati anche beni mobili e immobili per i quali è stata successivamente disposta la confisca, in particolare una villa, un appartamento, un box, due conti correnti, un compendio aziendale di una ditta individuale e il 95% del compendio aziendale di una società.
L’operazione è stata eseguita con il supporto della Rete Operativa @on, network per il rafforzamento della cooperazione trasnazionale delle forze di Polizia, con l’impiego complessivo di circa 100 unità ed il concorso di pattuglie della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
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