Lecce. L’altare velato della chiesa dei Gesuiti

É una delle tappe obbligate dei turisti che giungono a Lecce per visitare la splendida basilica di Santa Croce e da lì vi passano. Per diversi secoli fu la Chiesa della Compagnia di Gesù e fu edificata nel 1575 per accogliere l’ordine religioso guidato da Bernardino Realino che alla sua morte nel 1616 fu canonizzato. La facciata semplice e austera di matrice classica, del tutto avulsa dal sontuoso barocco imperante a quell’epoca, non a caso fu caratterizzata dalla presenza sul portale del trigramma del nome di Gesù entro un disco fiammeggiante emblema della Compagnia di Sant’Ignazio. Il tempio, a croce latina, a primo impatto anonimo custodisce, invece, al suo interno tesori d’arte come la seicentesca statua della Madonna di Loreto, il maestoso controsoffitto ligneo a lacunari della fine del 1800 popolato di tele raffiguranti le Gloria della Compagnia di Gesù di Giuseppe da Brindisi e altari di rara bellezza. Ma il gioiello più splendido rimane lo scenografico altare maggiore in pietra leccese, un unicum non solo per i ricami ma anche per il suo andamento concavo che fu ricostruito nel 1699 da Giuseppe Cino. Quinta scenografica, scandita da sei sfarzose colonne tortili, reca nella campitura centrale le tele della circoncisione di Cristo del pittore salentino Oronzo Letizia e in alto dell’Incoronazione della Vergine del pittore leccese Oronzo Tiso. Purtroppo da qualche tempo l’opera spettacolare non è visibile in tutta la sua bellezza se non aggirando l’impalcatura di ferro rivestita da teli grafici per consentire il consolidamento statico della cupola.

About Author