Signor Presidente Vicario della Corte di Appello, Autorità, Signore e Signori, rivolgo a tutti un saluto cordiale.
Rendo omaggio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nella indipendenza della magistraturaravvisa un pilastro della nostra democrazia
Nel corso di questi miei sette anni nella funzione di Procuratore generale si sono succedute a vario titolo ben cinque direzioni della Corte di Appello con quattro diversi Presidenti.
A tutti – in particolare al dott. Vetrone che ci onora della sua presenza- va la mia sincera gratitudine
A fronte dei diversi cambiamenti Vincenzo Scardia ha saputo costituire in tutti questi anni un punto di riferimento –certo e autorevole – per la continuità del servizio giustizia nel distretto.
Rivolgo il mio saluto all’Avvocatura dello Stato e agli Ordini forensi di Lecce, Brindisi e Taranto, con gli auguri per il prossimo rinnovo dei Consigli.
La mia profonda considerazione per il Foro mi porta ogni anno a citare un avvocato. Oggi ricordo la figura dell’avvocato Nestore Bandello di Maglie, scomparso nel 2015, che scelse la prigione per non rinunciare alle sue idee di libertà. Un fulgido esempio per la Memoria contro il nazifascismo, celebrata ieri in tutta Italia.
Porgo il benvenuto ai Sindaci, ai signori Prefetti
al rappresentante della Regione e ai Presidenti delle Province, ringraziando tutti per il loro impegno
Grazie all’Arcivescovo metropolita Mons. Michele Seccia, per la sua costante, operosa iniziativa.
Sentimenti di gratitudine esprimo a tutte le donne e agli uomini delle forze dell’ordine, perché è il loro difficile lavoro che assicura la sicurezza e la libertà dei cittadini.
Infine, ai dipendenti amministrativi della giustizia, alla magistratura onoraria, ai magistrati requirenti e giudicanti del Distretto va il mio ringraziamento sincero per il loro lavoro.
Nel rivolgere il saluto alla dott.ssa Milena Squicciarini, Direttore generale dei magistrati, rappresentante del Ministro, do atto, con soddisfazione, che nell’anno in esame, quote importanti di personale amministrativo sono state immesse nelle Procure del Distretto.
Mancano però tutti i dirigenti amministrativi degli uffici requirenti
E vacante l’incarico di Avvocato generale del dottore Ennio Cillo, al quale, ancora una volta, voglio tributare gratitudine per i suoi 43 anni di lavoro, svolto con entusiasmo e competenza.
Martedì scorso, poi, si è reso vacante il posto del dott. Maurizio Carbone, procuratore aggiunto di Taranto .
Al riguardo consentitemi di esprimere la soddisfazione e l’orgoglio di avere espresso come Distretto, ben due componenti del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura, il dott. Genantonio Chiarelli – che ci onora della sua presenza!- e appunto, il dott. Maurizio Carbone.
Voglio rappresentare al Consigliere Superiore Geno Chiarelli, la gioia e la gratitudine per avere egli scelto la Corte di Lecce per il suo esordio .
Una Corte che in tutte le sue componenti – magistrati,avvocati , dipendenti amministrativi e polizia giudiziaria – conosce il suo lavoro a Brindisi a Taranto e nel Consiglio Giudiziario di Lecce econosce dunque le sue alte qualità morali e professionali, la sua rettitudine, la preparazione, la sua dedizione al servizio.
Ancora una volta, come in passato con Gianfranco Giardino, Ercole Aprile e Valerio Fracassi, la partecipazione attiva alla vita associativa e un profilo umano e professionale connotato da competenza eserietà, consentono ai magistrati salentini di farsiapprezzare a livello nazionale, con l’elezione nell’Organo di autogoverno della Magistratura.
Grazie di cuore a Geno Chiarelli e Maurizio Carbone e buon lavoro !
Un lavoro difficile, quello che spetta al nuovo CSM e alla magistratura italiana.
Le linee di riforma illustrate dal Ministro di Giustiziahanno posto talune questioni di fondo sulle quali la magistratura associata ha espresso le proprie motivate critiche nel pieno rispetto delle attribuzioni del Governo e del Parlamento.
Così in tema di intercettazioni e di collocazione istituzionale del pubblico ministero.
Sommessamente ritengo che la separazione delle carriere sia un vulnus per l’equilibrio del sistema di garanzie dei cittadini e per la stessa democrazia.
Sono convinto che deviare il corso del pubblico ministero dall’alveo della giurisdizione possa condurre la funzione requirente sotto l’egida del potere esecutivo con ricadute negative sul principio di indipendenza e sulle garanzie di uniforme applicazione della legge.
La comune cultura della giurisdizione e l’appartenenza al medesimo ordine non può che giovare all’equilibrato e corretto esercizio della funzione dell’accusa.
Il controllo di legalità delle indagini da parte di un pubblico ministero indipendente dovrebbe stare a cuore a tutti e in particolare all’avvocatura, custode delle garanzie dei cittadini dalle interferenze del potere statuale.
Quanto alle intercettazioni anche i dati della realtà criminale del nostro distretto confermano la loro indispensabilità nell’attuale estensione applicativa.
La recente riforma Orlando costituisce a mio avviso un buon punto di equilibrio tra le esigenze delle investigazioni, il diritto alla privacy e la libertà di informazione.
I presupposti per disporre le intercettazioni e per tutelare i terzi sono oggi particolarmente stringenti. Gli ascolti che riguardano fatti e persone estranei alle imputazioni sono inseriti in un archivio riservato con divieto assoluto di trascrizione. Tutti gli uffici requirenti del Distretto hanno adeguato le strutture fisiche e informatiche e garantiscono la segretezza dei contenuti dell’archivio riservato.
D’altra parte la legge è entrata in vigore nel 2020 e si applica ai procedimenti penali iscritti dopo il 31 agosto 2020
Dunque non ci sono elementi per affermare che quella riforma abbia fallito
Se ci sono violazioni, vanno perseguiti gli autori delle violazioni, sul piano penale e disciplinare.
Se c’è una o più eccezioni non per questo va cambiata la regola.
E comunque mi pare poco ragionevole cambiare una legge prima, di averla sperimentata e senza averne valutato gli effetti.
Ma è il legislatore a dover indicare le soluzioni Nostro dovere è interpretare e applicare le regole.
Come Procuratore Generale di questo Distretto posso però affermare che non sono state segnalate violazioni del segreto e non ho mai ricevuto, in questi anni, lamentele di cittadini estranei alle indagini per pubblicazioni indebite o uso improprio delle intercettazioni.
Venendo alla riforma Cartabia, essa ha portato innovazioni profonde nel diritto e nella procedura penale, nel settore civile e nell’ordinamento giudiziario.
Ma la riforma è divenuta efficace da poche settimanein assenza di complete dotazioni informatiche e materiali indispensabili per il conseguimento degli obiettivi ai quali e subordinata la corresponsione delle risorse del PNRR.
La magistratura italiana è pronta ad assolvere il compito di dare attuazione alla riforma con leale spirito di doverosa collaborazione istituzionale.
Così, anche grazie alla concorde indicazione di tutti e 26 i procuratori generali d’Italia, il Governo e il Parlamento hanno posticipato l’entrata in vigore della riforma e, soprattutto, hanno introdotto una disciplina transitoria.
Una decisione necessaria, in particolare per le norme relative al complesso controllo sui tempi delle indagini rispetto ai quali, comprensibilmente, la comunità del nostro Paese reclama maggiore, ragionevole, tempestività.
Sono state autorevolmente evidenziate le diverse aporie del sistema e si sta correndo ai ripari, penso ai delitti perseguibili a querela
La riforma – la più ampia e trasversale degli ultimi trenta anni – è entrata in vigore con l’obiettivo di assicurare maggiore speditezza ai processi ma con adempimenti e previsioni che sembrano andare nella direzione opposta.
Nel Distretto di Lecce massimo è l’impegno della magistratura requirenteper dare attuazione alla legge, evitando inutili appesantimenti burocratici delle attività, nella logica dell’uniforme esercizio dell’azione penale.
D’altro canto, è questo lo spirito a cui, in tutti questi anni, la mia Procura Generale ha cercato di orientare la sua azione: apertura al confronto, condivisione dei contenuti e unità di intenti, nel rispetto delle attribuzioni e dell’autonomia di ciascuno, in primis dell’Avvocatura.
Nella Relazione annuale che accompagna il mio intervento, troverete la descrizione delle attività delmio Ufficio quale organo distrettuale di coordinamento,
E troverete l’attività svolta dalla Procura generale di Lecce quale Pubblico ministero di secondo grado.Un’attività per la quale forte e sincera è la mia gratitudine verso i colleghi avvocati generali esostituti procuratori generali di Lecce e di Taranto
Quanto al contrasto della criminalità, le indagini condotte dalla DDA confermano la presenza sul territorio di organizzazioni mafiose eredi della sacra corona unita e dei clan storici del tarantino.
Il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti continuano ad essere il core business delle attività e la fonte illecita dei reinvestimenti negli affari e nella corruzione
Molta preoccupazione desta il traffico di rifiuti con i connessi reati in materia ambientale
Permane l’allarme per la diffusione di cellulari all’interno degli istituti carcerari,
La DDA di Lecce segnala come l’utilizzo del trojan abbia consentito di evidenziare come il fenomeno delle cd “estorsioni ambientali” attraverso le quali i clan riescano ad imporre sul territorio le proprie iniziative imprenditoriali avvalendosi del diffuso senso di omertà.
In questo contesto, unitamente al ricorso alla violenza fisica, pure ampiamente praticato, si segnalano modalità di penetrazione del territorio basate sulla fama criminale dei capi e dei gruppi.
A conferma di tale tendenza in tutto il Distretto non si sono registrati, omicidi o gravi fatti di sanguericonducibili a logiche mafiose e neppure vi siano state proposte di applicazione del regime carcerario di cui all’art. 41 bis op.
Cionondimeno, sono in aumento nei territori di Lecce, Brindisi e Taranto le attività della criminalità comune e organizzata e, purtroppo, in aumento sono anche i fenomeni di devianza e criminalità minorile.
Nella provincia di Lecce si è assistito ad un consolidamento dei gruppi criminali organizzati, che appaiono aver assunto i caratteri di una mafia “matura”.
A Taranto, poi, ai delitti di criminalità organizzata si aggiunge il peso del danno ambientale che ha determinato l’aumento di malattie legate all’inquinamento atmosferico e delle acque e in particolare di tumori sistemici e polmonari.
A Brindisi la realtà criminale della provincia continua ad essere contrassegnata dal monopolio sui traffici illeciti dei gruppi mafiosi che si richiamano alla Sacra Corona Unita, che presenta ormai da tempo allarmanti segnali di ripresa.
A Lecce a Brindisi e a Taranto gli omicidi maturati in contesti diversi da quello mafioso sono stati tutti rapidamente accertati dalle indagini, con accuse che hanno trovato riscontro nelle prime verifiche giurisdizionali.
La questione minorile
Nel settore minorile le due procuratrici di Lecce e Taranto segnalano concordemente una forte impennata di condotte oppositive e violente in ambito penale e segni di grande sofferenza, disagio e scollamento dalla realtà, in ambito civile.
Aumentano i reati consumati con violenza alla persona, sia dal singolo che dal gruppo- le famose baby gang- spesso per futili motivi o in assenza di movente, fatti tutti espressione di frustrazioni, di fallimenti e di opposizione alle regole ed al sistema.
A Lecce il numero dei procedimenti penali minorili di questo anno (n. 383) risulta sensibilmente superiore rispetto a quello (n.354) del periodo precedente.
A Taranto si è registrato passati dai n. 204 procedimenti dello scorso anno giudiziario a 256 di quest’anno;e un aumento del il 25% dei procedimenti rispetto allo scorso anno
Una criminalità minorile connotata da aggressività, dall’indifferenza e, comunque, da indiscriminata violenza; condotte sintomo di una profonda crisi educativa oltre che di profondo disagio economico, sociale e familiare. che determinano situazioni di pregiudizio per i minori spesso indotti a considerare assolutamente “normali” attività gravemente illecite.
Si pone, nel nostro territorio, una vera e propria questione minorile che, guardate, non è un problema settoriale da delegare agli specialisti: educatori,scuola, giudici minorili. Quella è la prima linea, ma non basta. Come non basta lo strumento penale,
La questione minorile è questione generale che riguarda anzitutto i doveri di cittadinanza di ciascuno.
Nello specifico, il rapporto tra devianza minorile e criminalità organizzata rischia di assumere carattere strutturale sicché A TUTTE le Istituzioni è richiestauna maggiore capacità di ascolto e di intervento, per rispettare la promessa dell’art. 31 della Costituzione, secondo cui “La Repubblica protegge la gioventù”
I risultati, rinvio alle statistiche e alla relazione scritta.
La qualità dell’impegno e dell’attività profusa quest’anno dalle Procure ordinarie e minorili e dalla Procura Generale sono confermate dalle verifiche giurisdizionali.
Proficui risultati sono stati raggiunti dagli uffici requirenti di tutto il Distretto nelle materie della criminalità organizzata e comune, della pubblica amministrazione, dei reati economici, della tutela delle fasce deboli, dei procedimenti in materia di bancarotta e altri reati societari, della materia ambientale e della tutela della salute pubblica.
L’edilizia giudiziaria
È a voi tutti noto che da diversi anni la Procura Generale di Lecce, unitamente alla Presidenza della Corte– iniziammo con Vincenzo Scardia nel 2017- si fa interprete della necessità di una sistemazione edilizia maggiormente funzionale e moderna degli uffici giudiziari di Lecce, oggi frammentati in più palazzi.
Iniziammo con uno studio di fattibilità sui terreni confiscati alla criminalità organizzata
Il valore simbolico di quel terreno ha costituito in questi anni il volano della procedura amministrativa che, come potete leggere nella relazione scritta, ha attraversato vari passaggi fino alla fondamentale proposta del Comune di Lecce di una grande area adiacente allo Stadio, proposta che la Commissione permanente della Corte, ha condiviso e accettato con convinzione.
Anche a Taranto abbiamo sostenuto l’impegno dei magistrati di quella sede- in primis il presidente Antonio Del Coco- nella ricerca di soluzioni migliorative, ora possibili grazie ai finanziamenti del Ministero.
Chiudo il mio intervento ricordando che nell’anno trascorso è giunto a sentenza il dibattimento per i fatti dell’ex ILVA, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa; decine e decine di imputati, centinaia di parti civili; una città e un territorio che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vita, di salute, di felicità mancata.
Ecco, in quel processo c’è la storia di una magistratura, che si riconosce nella vicenda umana e professionale dell’amatissimo procuratore Franco Sebastio, recentemente scomparso.
Franco è stato interprete di un ruolo di autonomia e indipendenza, perfettamente aderente al modello di magistrato voluto dalla Costituzione
Una storia di difesa dei diritti del cittadino dall’invadenza del potere economico, una storia di difesa di quei diritti da decisioni incostituzionali.
In quella magistratura noi vogliamo identificarci. Quella magistratura indichiamo come esempio ai giovani e alla comunità.
Antonio Maruccia, procuratore generale
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