Lecce, il fulgore barocco della chiesa di Santa Chiara

L’11 agosto del 1253 verso sera chiudeva per sempre gli occhi dopo il pellegrinaggio terreno ed entrava nel regno dei cieli l’anima benedetta di Chiara della nobile famiglia di Favarone degli Offreducci meglio conosciuta come la compagna di evangelizzazione e di preghiera di San Francesco, che, come l’umile frate di Assisi rinunciò a tutti i suoi averi per vivere una vita di povertà per Cristo.

Con il poverello di Assisi, Santa Chiara condivideva l’amore per il Creato e tutte le sue creature e la Chiesa celebra la memoria liturgica della santa in questo giorno a memoria del suo transito. Fondatrice nel 1212 dell’Ordine delle Clarisse, Chiara fu il secondo faro dei francescani e la sua luce si irradiò anche a Lecce dal monastero annesso alla chiesa del secondo Ordine francescano che fu abitato per 4 secoli dalle sue sorelle povere di beni ma ricche di spiritualità e animate dal desiderio di incarnare il Vangelo in una vita contemplativa.

A 771 anni dalla scomparsa il ricordo della nobile Chiara d’Assisi, assurta agli onori degli altari, continua ad aleggiare nella fabbrica del complesso monastico, patrocinata nel 1429 dal francescano Tommaso Ammirato, ed in modo particolare nella chiesa barocca a lei intitolata, una delle più belle del centro storico di Lecce, nonostante la facciata incompiuta e gli interventi arbitrari compiuti tra il 1687 e il 1691.

L’interno del tempio a forma ottagonale allungata rifulge in tutto il suo splendore e riflette una luce divina attraverso i suoi altari ornati di oro zecchino mentre rimangono mute testimoni della vita di clausura le grate dei coretti dalle quali le claustrali assistevano alle funzioni religiose senza essere viste, rivolgendo lo sguardo alle statue lignee napoletane del XVII secolo.

Ma la peculiarità di questo tempio barocco è senza ombra di dubbio l’unicum rappresentato dal controsoffitto in cartapesta ultimato nel 1738 e firmato dall’eclettico architetto Mauro Manieri figura di spicco della prima metà del Settecento salentino ed eccellente interprete dei modelli manieristici e barocchi romani.

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