Si è svolto nella tarda mattinata di oggi l’interrogatorio di garanzia per Andrea Guido, il politico leccese finito ai domiciliari nel giorni scorsi. Assistito dai suoi legali Ivan Feola e Andrea Sambati, presso la caserma dei carabinieri di San Cesario, ha risposto alle domande del giudice collegato da Napoli in videoconferenza respingendo ogni accusa con fermezza. Ha dichiarato di non aver mai preso neppure un euro dal clan Moccia. Avrebbe affermato di aver incontrato il titolare dell’azienda, ma di non sapere del collegamento con la Camorra. In quell’incontro avrebbe spiegato ai rappresentanti dell’azienda che l’appalto per la racconta degli olii esausti era stato aggiudicato dalla Monteco fino al 2024.
Il consigliere comunale Andrea Guido è accusato di corruzione con aggravante mafiosa, nell’ambito del maxi blitz dei carabinieri del Ros e del Gico della Guardia di Finanza contro il clan camorristico Moccia, quando era assessore all’Ambiente del Comune di Lecce nel 2017. Per gli inquirenti avrebbe ricevuto 2.500 euro quale anticipo della somma di 5.000 euro, quale compenso per fare acquisire alla Soloil Italia (braccio economico del clan Moccia) l’affidamento del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto nella città di Lecce e negli altri comuni del consorzio dell’ambito di riferimento.
Stando alle parole di Guido ascoltato oggi nell’interrogatorio di garanzia, non vi fu neppure un tentativo di corruzione.
Tale tesi è stata sostenuta anche da Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli, coinvolto nello stesso procedimento dichiarando, inoltre, di essere stato assunto dalla ditta per un breve tempo, fino alla fine dell’estate del 2017.
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