Lecce, al Conservatorio T. Schipa canti d’amore, esilio e nostalgia

Un concerto da brividi quello andato in scena all’Auditorium del Conservatorio T. Schipa di Lecce. Un unicum nel suo genere, affastellato nell’humus di voci e note che hanno riportato indietro nel tempo, dalle tradizioni musicali della comunità arbereshe alle tradizioni delle cultura islamica ottomana, passando attraverso la musica araba sino alla musica salentina.

I mille volti delle musiche e delle contaminazioni preziose per costruite ponti tra culture e preservare il ricco e variegato patrimonio musicale del bacino del Mediterraneo. È stato centrato così il focus del progetto Interreg IPA South Adriatic Entail, dedicato alle “Risonanze Mediterranee” con rivisitazioni e interpretazioni originali della musica tradizionale, con sonorità ardenti e intensità magiche come quelle di Albania e Montenegro.

E il pensiero è volato tra le trame di certe influenze, fondamentali per cementare un dialogo interculturale tra paesi lontani che parlano lo stesso linguaggio musicale.  Il concerto “Moj e Bukura More – canti d’amore, esilio  e nostalgia” portato in scena dall’Ensemble “La Cantiga de la Serena” e “Mediterranea” del Conservatorio di Lecce ha narrato sapientemente dialoghi d’amore, sospiri tra innamorati, ricordi struggenti della madre patria annidati dietro a storie e leggende dei rifugiati albanesi costretti alla diaspora in terre italiane, e dialoghi in solitudine cantati in versi in grado di rievocare la musica-fisarmonica e le spettacolari danze etniche in costume.

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