L’imprenditore accusato di usura viene assolto con formula piena e la presunta ipotetica vittima, che lo aveva denunciato, finisce nel mirino della Procura e rischia di essere accusato di calunnia. Accade a Lecce dove il Tribunale, in composizione collegiale, presidente Pietro Baffa, ha assolto “perché il fatto non sussiste” un noto imprenditore leccese di 54 anni finito sotto processo dopo la denuncia di un 34enne. Quest’ultimo aveva dichiarato di avere ricevuto un prestito di 4mila euro nel 2014, tramite un assegno, dall’imprenditore che in cambio gli avrebbe chiesto un tasso di interesse di oltre il 200%, nettamente al di sopra del limite di legge. Ora i giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché valuti la sussistenza di eventuali reati a carico del 34enne, che potrebbe essere accusato di calunnia, dalla cui denuncia era scaturito il caso giudiziario. Il pm Donatina Buffelli aveva chiesto l’assoluzione, ma con la formula dubitativa. L’imprenditore era difeso dagli avvocati Antonio Savoia e Luigi Covella che nel corso del dibattimento avevano sollevato l’inattendibilità del denunciante.
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